Ministero per i Beni e le Attività Culturali         

Soprintendenza Archivistica  per la Campania

  Istituto Banco di Napoli

Prima Settimana della Cultura (12-19 aprile 1999)

2 piovoso - 25 pratile 1799.

La Repubblica Napoletana tra bagliori rivoluzionari e riflussi quotidiani.

Mostra documentaria dalle scritture dell'Archivio Storico del

Banco di Napoli

23 germile -- 27 fiorile

(12 aprile - 16 maggio vecchio stile)

Napoli, via Tribunali, 213, Palazzo Ricca

 

Sezioni: Inizio catalogo,1 2 3 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16, 17, 18, 19, 20, 21, 22, 23, 24, 25, 26, 27, 28, 29, 30, 31

Le foto del catalogo


Con il patrocinio di:

COMITATO NAZIONALE PER LE CELEBRAZIONI DEL SECONDO CENTENARIO DELLA REPUBBLICA NAPOLETANA DEL 1799

REGIONE CAMPANIA

ISTITUTO ITALIANO PER GLI STUDI FILOSOFICI

Comitato d'onore: Antonio Bassolino, Salvatore Italia, Paola Carucci, Guido D'Agostino, Giulia Parente, Gerardo Marotta, Roberto Marrama, Catello Cosenza, Marcello Gigante, Aldo Pace, Maria Grazia Pastura.

Comitato scientifico ed organizzativo: Diodato Colonnesi, Cornelia del Mercato, Alfredo Lancia, Umberto Mendia, Giulio Raimondi, Michela Sessa.

Itinerario espositivo e guida illustrativa

di Michela Sessa

Allestimento e ricerca iconografica

di Diodato Colonnesi

Ricerche documentarie, didascalie e note biografiche

di Umberto Mendia

Ricerche archivistiche e bibliografiche

di Alfredo Lancia

Trascrizioni e note didascaliche

di Cornelia del Mercato

Grafica

di Gianluca Tramontano

La mostra è stata realizzata con il contributo di: ALOIS; Antica Manifattura Ceramica Fratelli Stingo; Mario di Domenico antiquario; INA-Assitalia; Siniscalchi antiquario; Lucio Schisano; Serpone

Hanno collaborato alla realizzazione: Roberto Carleo, Ferdinando Giglio, Maria Rosaria Lucioli, Assunta Marino, Renata Orefice, Francesco Pipola, Giuseppe Pisano

Hanno collaborato alla schedatura: Antonella Ambrosio, Raffaella Caiazza, Luca Covino, Rossella d'Angelo, Valentina De Girolamo, Cecilia di Stefano d'Ogliastro, Gloria Guida, Michela Guardascione, Antonietta Palumbo, Lucia Pollio, Francesco Scognamiglio, Alessandro Sica, Claudia Spinelli

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"…L'archivio è solo per gli studiosi?

E' un patrimonio solo per i ricercatori di storia e di storie? "

La 'cifra' della "Prima Settimana della Cultura" sul versante archivistico è tutta contenuta nella definizione di archivio come patrimonio di tutti, "…memoria di uomini che si aggiunge alla memoria di altri uomini, uomini in relazione con uomini. Un archivio, in questo senso, apre una finestra sulla memoria, sulla storia del vivere quotidiano; la vita e la morte, i contratti, il lavoro, la terra e la fabbrica, matrimoni e testamenti: le relazioni sociali

La Prima Settimana della Cultura in Italia intende proprio avvicinare un più vasto pubblico ai beni culturali, operando con coraggio, con uno sforzo di buona volontà, rompendo abitudini e tradizioni. Se lasciamo da parte "…logore immagini ed abbandoniamo gli stereotipi di archivi come beni culturali non facilmente fruibili da un vasto pubblico (chi mai pagherebbe un biglietto per ammirare faldoni di documenti?), ecco allora che l'archivio ci apparirà quale è nella realtà: esso stesso un documento, un "documento globale", capace di concentrare logicamente ed offrire una spiegazione, una ragione d'essere, di dare parola a quegli inanimati "pezzi di carta"

2 piovoso - 25 pratile

La mostra dedicata alla Repubblica Napoletana ha scelto il suo titolo ispirandosi al calendario rivoluzionario, principale strumento dell'attività di 'rinominazione' che impegnerà i rivoluzionari, non solo napoletani, subito dopo la presa del potere. Il clima generato dagli eventi rivoluzionari, le spinte dei timori e delle speranze, suscitano l'esigenza di dar forma alla sensazione brutale, vaga ed esaltante al tempo stesso, di vivere un momento eccezionale, prologo di un nuovo mondo che assicura la libertà e la felicità. Ma tutto ciò potrà realizzarsi soltanto a patto di rinnegare l'ancien régime sino al dettaglio quotidiano. Modificare il nome dei mesi funzionava da esorcismo degli spettri della tirannide, propiziava il passaggio dall'oscurità dell'antico regime alla luce del nuovo.

L'itinerario espositivo intende ricreare l'atmosfera, la tensione ideale e politica del semestre rivoluzionario e nel contempo rendere conto della vita quotidiana, della qualità della vita in una delle più grandi metropoli del tempo. Il percorso esalta le caratteristiche della fonte bancaria, corpus archivistico sfuggito alla censura della restaurazione che ordinò i falò dei documenti del '99, pensando così di disperdere il ricordo della straordinaria esperienza. Fonte minuta, dal "basso", quotidiana; nella mostra i volumi e le polizze bancarie intendono sfuggire al rischio della "storia in briciole" per disegnare una piccola sintesi a vocazione pedagogica, aprendo contestualmente un nuovo cantiere di storia sociale

I rivoluzionari napoletani del 1799 non si autodefinivano 'giacobini', preferendo il nome di 'patrioti', anzi il termine di giacobino fu inteso soprattutto come definizione dispregiativa da parte delle forze reazionarie che soffocarono nel sangue la Repubblica. E, a posteriori, non si può non convenire con i patrioti del '99: il giacobinismo, teoria politica del potere rivoluzionario oltre che fenomeno storico di portata europea, significò innanzi tutto capacità di ricorrere alla mobilitazione delle masse popolari come strumento di pressione politica. La conquista dell'egemonia della piazza, le "giornate" parigine, furono il mezzo per imporre profonde svolte politiche o per salvare situazioni disperate, e rappresentarono la capacità di saldare il movimento urbano con quello contadino in una alleanza in cui l'egemonia restava nelle mani della "Città".

Tutto questo nel 1799, a Napoli e nelle province, non avvenne mai e le parole di Gennaro Serra, duca di Cassano, dal patibolo, di fronte alla folla in tripudio, lo testimoniano drammaticamente: "Ho sempre desiderato il loro bene e loro gioiscono della mia morte".

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"…le multiplicate e straordinarie spese

affine di proteggere i suoi sudditi…"

L'adesione del Regno di Napoli alla coalizione contro la Francia rivoluzionaria impose un grandioso sforzo bellico; la già compromessa situazione finanziaria del Regno subì un vero e proprio tracollo nel decennio 1789-1799. Si continuò progressivamente ad aumentare il numero degli effettivi dell'esercito: nel 1796 l'entrata in guerra intensificò ancor più il riarmo. Gli strumenti per finanziare la 'corsa agli armamenti' furono una serie di misure rapinose e vessatorie, come l'imposizione di una decima su tutti i fondi del Regno, determinando una svalutazione delle fedi di credito di oltre l'80%

La situazione politica non era migliore: la congiura del 1794 e i successivi processi avevano approfondito il solco tra la monarchia e gli intellettuali più dotati di capacità critiche e di innovazione. Inoltre la Corte ospitava numerosi legittimisti emigrati francesi, che "fingendo di odiare la rivoluzione, la favorivano e vivevano a spese dei Sovrani

Tutto spingeva alla radicalizzazione dei conflitti.

La spedizione contro la Repubblica Romana nel 1798 rappresentò l'inizio della fine: Ferdinando prescrisse ai luoghi pii ed ai privati cittadini di versare oggetti di argento e di oro alla Zecca, rastrellando più di 6 milioni di ducati, dando in cambio fedi di credito, ormai carte senza valore. Scamparono al sacco solo i tesori delle cattedrali di Palermo e di Napoli (il tesoro di san Gennaro!) e pochi altri.

Nel dicembre del 1798, il re, sconfitto dall'armata francese nelle cui file militavano patrioti napoletani esiliati, perpetra l'ultima rapina: il Tesoro di monete d'oro e d'argento dei Banchi&, riposto in 78 casse, viene stato trasportato a Castel Nuovo per essere imbarcato e seguire il Borbone nella fuga.

Nei giorni di vigilia di Natale, dopo aver comandato al suo vicario generale Francesco Pignatelli di far terra bruciata, il sovrano fugge con la cassa.

 

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In mostra

Banco di S. Giacomo. Polizza di 1 ducato e 20 grana emessa, nell'agosto 1798, da Giuseppe Zurlo a favore dell'Emigrato Francese Onorato Berenger, come supplemento al suo assegnamento giornaliero.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 46 ducati emessa, nel dicembre 1798, da Giuseppe Zurlo a favore dell'Emigrato Francese Brigadiere Paolo Emanuele de Grasset, di cui ducati 40 per il suo assegno mensile e ducati 6 per spese relative all'educazione della sua figliola.

Banco di S. Giacomo. Sovrane risoluzioni dell'ottobre 1798, di applicazione della Decima sulla rendita di tutte le proprietà particolari del Regno, per ripianare il debito contratto con i Banchi al fine di scongiurare i gravi pericoli incombenti sul Regno.

Banco di S. Giacomo. Archivio Patrimoniale. Sovrane disposizioni, del 1° ottobre 1798, per fronteggiare il pericolo di invasione del Regno, con la conseguente imposizione della Decima sulla rendita di tutte le proprietà particolari al fine di ripianare il debito contratto dalla Regia Corte con i Banchi Napoletani e con altri rami della pubblica amministrazione, per sopperire alle ingenti spese di guerra.

Banco dei Poveri. Archivio Patrimoniale. Comunicazione del 29 dicembre 1798, al Governo del Monte dei Poveri, della sovrana determinazione di provvedere a fornire di n.80 letti l'ospedale di San Giacomo, per far fronte all'emergenza determinatasi a seguito del gran numero di soldati ammalati, provenienti da Capua e da altre località ove sono accampate le truppe reali.

Banco della Pietà. Archivio Patrimoniale. Conclusione, del 2 gennaio 1799, con cui si delibera di erogare le spettanze degli individui del Banco che nelle notti del 15 e 16 dicembre provvidero al trasporto del numerario del Tesoro contenuto in ben settantotto casse.

 

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"…una gran Capitale, divenuta tutta un vulcano,

e che tra torrenti di fuoco vomitava per tutto la morte…"

La Memoria& di Amedeo Ricciardi, così come le cronache dei contemporanei, di qualsiasi fede politica, sono concordi nel descrivere i giorni di gennaio 1799 con le stesse tinte forti. Il "protagonismo di un popolo sulfureo e straccione, spaventò tutti: il vicario Pignatelli, che pure è indicato da fonti contemporanee come il colpevole della distribuzione di armi ai lazzari; gli Eletti della municipalità cittadina, tutti tesi a realizzare un progetto di repubblica aristocratica; il principe di Moliterno ed il duca di Roccaromana, nominati comandanti dalla plebe napoletana. La storia delle giornate di gennaio non è stata ancora scritta, esistono solo descrizioni della violenza esplosiva, degli assassini, del saccheggio delle case nobiliari, dei granai, delle carceri: "…ed ecco tutte le strade e vichi ripieni di armati co' loro schioppi e cartocci a palle. Si udiva tutta la notte uno sparo continuato, perché le armi erano in mano de' pazzi…Duemila donne corrono al granajo, dove vi era anche stabilito un Ospedale per i soldati feriti, buttano i marinai a terra, colla morte di alcuni, e danno il sacco….E quanti mai ne accadessero de' ladronecci, vessazioni ed indecenze per istrada! … Corre la sfrenata plebe alla Vicaria, attacca fuoco alla porta; apre le carceri e dà il sacco: getta un timore panico a tutta la gente onesta.

La fonte bancaria ci offre due resoconti delle "giornate" di gennaio, che forniscono, soprattutto quello del bancario D'Amico, una testimonianza di prima mano delle violenze e dei saccheggi scatenati dalla disgregazione di qualunque autorità, dal re fuggito in Sicilia con i suoi ministri al vicario Pignatelli agli eletti della municipalità.

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In mostra

Banco del Salvatore. Archivio Patrimoniale. L'ufficiale del Banco del Salvatore, Francesco D'Amico, comunica di aver subito il saccheggio di tutti i suoi averi a seguito dei violenti disordini verificatisi a Porta Capuana, sede della sua abitazione, il dì 21 gennaio 1799, e di essersi salvato solo grazie all'ingresso in città dell'Armata Francese, il dì seguente, 22 gennaio.

Banco del Salvatore. Archivio patrimoniale. Testimonianza di alcuni cittadini e del capitano dell'Ottina Capuana circa il saccheggio subito, nel Borgo di Sant'Antonio Abate, il dì 22 gennaio 1799, dal cittadino Ferdinando Riccardi e dal padre Aniello.

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"[La Repubblica] potrà durare fin tanto che vi saranno coloro

che muovono questa macchina, o la sospingono a muoversi"

La previsione di Giuseppe Maria Galanti fu quanto mai profetica. Il legittimista Galanti, - antirepubblicano autore di giudizi duri e spietati sui singoli patrioti, ma anche critico con gli errori del governo della dinastia Borbone-, attribuì la catastrofe della Repubblica al carattere del tutto subalterno e passivo delle sue istituzioni. Ma nel corso della prima restaurazione borbonica, negli appunti di Galanti si ritrovano apprezzamenti per l'onestà dei governanti repubblicani, "Niuno dei giacobini poteva trarre vantaggio dalla rivoluzione", e per la purezza dei loro ideali "…caddero per un inganno ch'era universale", fino ad un esplicito compianto per la parte migliore dell'intellettualità giustiziata, esiliata o comunque ridotta al silenzio: "Napoli colla rivoluzione ha perduto i migliori talenti, i buoni spiriti. Si deve pensare a rimuoverci da una specie di degenerazione. Ci vuole molto tempo

Centoquarantaquattro giorni sono ben pochi per consentire un giudizio sulle capacità della classe dirigente repubblicana. I documenti superstiti rivelano comunque l'attività di soggetti politici capaci di concepire progetti di trasformazione della società, del suo assetto politico e sociale, individuando nel feudalesimo, nell'ancien régime il nemico principale da abbattere.

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In mostra

Banco dei Poveri. Archivio Patrimoniale. Dispaccio della Commissione generale delle Casse di pubblica Amministrazione, del 5 giugno 1799, rivolto al Governo del detto Banco per procedere al sequestro del numerario depositato a nome dell'ex Duca d'Ascoli, ex Duca di Gravina, ex Marchese del Vasto, ex Duca del Gajso e Diomede Carafa.

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Il movimento repubblicano dovette soccombere, stritolato dalla reazione, soffocato dalla politica dei francesi, ma le esperienze maturate in questo periodo, i quadri formatisi nelle cospirazioni, nella lotta politica, nelle insurrezioni, nelle galere, rappresenteranno un grande patrimonio ideale e di lotta, che significherà molto per il periodo successivo e per tutto il corso del Risorgimento.

Una delle caratteristiche dell'azione di governo fu la grande attenzione per i problemi dell'assistenza -"l'indigenza è un bisogno che non soffre dilazioni" -, attraverso l'erogazione di sussidi a volte concepiti come veri e propri ammortizzatori sociali, come nel caso dell'una tantum erogata agli operai della Real Fabbrica della Porcellana, sospesi a seguito di un piano di economia attuato per la stessa.

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In mostra

Banco del Salvatore. Archivio Patrimoniale. Disposizione del Governo Provvisorio. Ministro dell'Interno, del 10 marzo 1799, affinché i Monti di Pietà e di sussidio si adoperino al massimo per far rispettare i principi della umanità e pietà cristiana predicati dalla Repubblica.

Banco della Pietà. Archivio Patrimoniale. Invito del Governo Provvisorio, del 18 marzo 1799, affinché si provveda tempestivamente a liquidare la somma di 10 ducati a una cittadina bisognosa, in ossequio alla politica dell'eguaglianza e del soccorso ai più poveri predicata dalla Repubblica Napoletana.

Banco di S. Giacomo. Archivio Patrimoniale. Dispaccio del 29 fiorile (18 maggio) a nome di Manthonè, ministro della Guerra, Marina ed Affari Esteri, indirizzata ai Governatori del Banco per rimettere con urgenza l'elenco dei sussidi erogati dal Banco alle vedove e ad altri individui.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 7 ducati 2 tarì e 10 grana emessa, nel germile (marzo-aprile) 1799 da Giuseppe Trotta a favore del cittadino Giuseppe Russo, per il suo sussidio giornaliero.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 7 ducati e 50 grana emessa, nel germile (marzo-aprile) 1799 a favore del cittadino Giovanni de Montand per il suo sussidio giornaliero.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 28 ducati emessa, il 26 aprile 1799, da Domenico Venuti a favore del cittadino Giovanni Schettino per una "regalia" una tantum elargitagli dalla Repubblica Francese, a seguito della sua sospensione dall'attività di modellatore nella Real Fabbrica della Porcellana.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 16 ducati e 80 grana emessa il 26 aprile 1799 da Domenico Venuti a favore del cittadino Pasquale Jeno per una "regalia" una tantum elargitagli dalla Repubblica Francese, a seguito della sua sospensione come giornaliero nella Real Fabbrica della Porcellana.

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L'esperimento repubblicano (la rivoluzione in vitro gelosamente sorvegliata dall'occupante francese) consente ai patrioti di esercitare la funzione di organizzatori, elaboratori di un progetto alternativo di società, che dia forma alle nuove esigenze attraverso il rinnovamento istituzionale. Nessun ambito del vivere sociale sfugge al disegno rivoluzionario; l'itinerario espositivo presenta solo alcuni casi esemplari: la realizzazione carta geografica della Repubblica - affidata a Giovanni Antonio Rizzi Zannoni- e l'attivazione dell'Officio delle Poste Nazionali, (ma il povero "cittadino corriere" sarà costretto a chiedere un anticipo per farsi a proprie spese l'uniforme della Repubblica)

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In mostra

Banco di S. Giacomo. Polizza di 100 ducati emessa nell'aprile 1799, da Giovanni Antonio Rizzi Zannoni a favore di se medesimo, per il suo appannaggio mensile per la realizzazione della carta geografica della Repubblica.

Banco di S. Giacomo. Archivio Patrimoniale. Dispaccio, del 7 febbraio 1799, indirizzato dall'Amministratore delle Poste della Repubblica Napoletana ai Governatori del Banco di San Giacomo per il riconoscimento della firma di Lelio Rivene per il notamento delle polizze rimesse dall'officio delle Poste Nazionale.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 20 ducati emessa, nel marzo 1799, dall'Officio della Posta Nazionale della Repubblica di Napoli a favore del corriere, cittadino Giovanni Pagano, come anticipo per l'uniforme della Repubblica che il cittadino corriere dovrà farsi a proprie spese.

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Naturalmente la fase governativa risentì pesantemente della situazione politica generale, come testimoniano i continui rimpasti "ministeriali", gli infiniti comitati e commissioni, che isterilirono i pur esili margini di manovra. Certo non giovò la disastrosa situazione della finanza pubblica, che non consentì la soppressione dell'odiosa 'decima'

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In mostra

Banco di S. Giacomo. Polizza di 54 ducati emessa, il 1° maggio 1799, da Gaetano e Carlo D'Amore a favore di Nicola Angelo Petrocelli, a compimento di 70 ducati, e i mancanti ducati si sono ritenuti per la decima.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 10 ducati emessa, il 27 aprile 1799, da Giovanni de Rosa, cassiere destinato per la riscossione della tassa delle botteghe, a favore del cittadino Domenico Marino, cassiere maggiore, per farne fede di credito in testa di Illuminato Eremita, camaldolese.

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La stessa presenza dell'armata francese costituì certamente un problema per i patrioti napoletani: pur se nutriti di cosmopolitismo rivoluzionario, essi certo erano ben consci di quanto fosse sottile la linea di demarcazione tra guerra di liberazione e guerra di conquista. Ma era loro altrettanto chiaro che senza le truppe francesi nulla potevano contro le forze della reazione: si trattava di scegliere tra i "Francesi come sostegno ad un programma di democratizzazione e modernizzazione del paese ed una monarchia retriva in balia delle forze inglesi, austriache e russe. I repubblicani napoletani non furono né sottomessi né complici, e tanto meno ricevitori passivi di una rivoluzione importata, dal momento che la Repubblica nasceva contro la volontà del Direttorio; il governo francese infatti nel 1799 avversava la nascita di nuove repubbliche italiane per il timore di riaccendere la rivoluzione, proprio mentre in Francia si tentava di concluderla. Il 18 brumaio del generale Bonaparte è vicino.

La documentazione conferma che le truppe francesi non incarnarano lo "spirito del 1793" ma operarono pesanti spoliazioni finanziarie.

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In mostra

Banco di S. Giacomo. Polizza di 15 ducati emessa, il 29 marzo 1799, da Flavio Pirelli a favore del cittadino Giorgio Lisa, aiutante del Segretario della Commissione dei 12 per il prestito forzoso di due milioni e mezzo di ducati da farsi all'Armata Francese. E detti ducati si pagano per il soldo del detto Lisa.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 15 ducati emessa, il 29 marzo 1799, da Flavio Pirelli a favore del cittadino Giovanni Zampaglione, aiutante del Razionale della Commissione del prestito forzoso di due milioni e mezzo per l'Armata Francese.

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Comunque l'esempio dell'Armata di Francia costituì uno dei miti più potenti dell'immaginario repubblicano: i soldati francesi, le nuove leve mobilitate nel '92 per la difesa della rivoluzione, sembrano invincibili, producendo sforzi di valore insospettati. Il loro esempio rappresenta la formula ispiratrice di tutti i tentativi volti a costituire, anche a Napoli, un "esercito rivoluzionario" capace di allontanare il pericolo della controrivoluzione e di difendere le nuove istituzioni

Tanti i militari tra le file dei patrioti (solo tra i condannati a morte 13 ufficili, tra i quali un ammiraglio e 2 generali)

"…La condotta di quell'ingratissimo furfante mi fa orrore…"

"…Bravo come nautico, bravo come militare, più bravo come cittadino…"

L'ammiraglio Francesco Caracciolo resta una delle figure più enigmatiche del periodo rivoluzionario: ne sono un segnale i giudizi contrastanti riportati in epigrafe, dovuti il primo alla penna irta e velenosa di Maria Carolina, il secondo a Eleonora Fonseca Pimentel sul suo Monitore Napoletano.

Caracciolo, comandante a soli 35 anni sulla fregata La Minerva - la stessa che cannoneggerà a Procida e al cui pennone sarà impiccato - aveva scortato i sovrani a Palermo e la sua permanenza nell'isola rinfrancava la corte, che lo stimava capace di arrestare l'emorragia di marinai napoletani dalla marina reale. Il lato tragicamente incomprensibile della condotta dell'ammiraglio è il repentino cambiamento di fronte, che ancor oggi non è stato sufficientemente motivato dai suoi biografi(14). Misteriosa la motivazione che lo spinge a tornare il 3 marzo 1799 a Napoli, con tanto di autorizzazione sovrana ed in compagnia di un messo reale; ancora più misteriosa la sua sparizione dalle cronache e dai documenti per oltre un mese, per riapparire sulla scena politica il 5 aprile, in coincidenza con la più grave crisi di governo, che portò alle dimissioni di 6 rappresentanti.

Caracciolo, e soprattutto la sua morte - attribuita alla perfidia inglese che gli negò persino" le 24 ore per pensare all'anima" che era costume concedere ai condannati a morte -, hanno animato la fantasia di poeti e romanzieri nel XIX secolo.

Le carte bancarie ce lo presentano nella sua qualità di Direttore Generale della Marina Nazionale, quando ormai l'esperienza repubblicana volge all'epilogo

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In mostra

Banco di S. Giacomo. Polizza di 2.107 ducati e 14 grana emessa, nel maggio 1799, da Francesco Caracciolo, Direttore Generale della Marina Nazionale, a favore dei partitari della costruzione di quindici barche cannoniere per servizio della Marina della Repubblica.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 3000 ducati emessa, il 3 pratile (22 maggio) 1799, da Francesco Caracciolo Direttore Generale della Marina Nazionale, a favore del cittadino Luigi Cestaro, appaltatore dei bastimenti della Marina della Repubblica, in conto dei generi che somministra all'Arsenale per uso dei bastimenti.

Banco di S. Giacomo. Dispaccio della Repubblica Napoletana del 7 pratile (26 maggio) 1799. Francesco Caracciolo, Direttore Generale della Marina Nazionale, invita i Governatori del Banco a prender nota che i 20.015 ducati e 16 grana, versati dalla Tesoreria Nazionale, siano accreditati nella Cassa della Marina Nazionale.

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Le ingenti spese sostenute per la riorganizzazione delle forze armate sono testimoniate in abbondanza dalla documentazione contabile, sia patrimoniale che apodissaria:

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In mostra

Banco di S. Giacomo. Fede di credito di 1200 ducati rilasciata, il 9 febbraio 1799, al Commissario della Tesoreria Nazionale e girata al cittadino Ferdinando Rodriques in conto di pane e foraggi somministrati in Nola. Sul verso vi è la girata al cittadino Tommaso Gaetani perchè somministri pane e foraggi al Corpo che si sta organizzando in Nola così come ordinato dal Comitato Militare.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 140 ducati e 48 grana emessa, nel marzo 1799, a favore del cittadino Giacinto Cafiero per tanti pagati in Castellammare agli uomini di Marina, di pianta fissa in nuova leva per la custodia del cantiere e bastimenti in disarmo.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 100.000 ducati emessa, il 26 germile (15 aprile)1799, dal Commissario della Tesoreria Nazionale a favore del cittadino Francesco Trabucco per doversi tenere a disposizione del Comitato Militare.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 1.957 ducati e 27 grana emessa, nell'aprile 1799, da Giacinto Cafiero a favore del cittadino Emanuele Salinas e a saldo di 11.957 ducati e 27 grana per l'intero importo di 817 botti di vino, immesso nella cantina in darsena, acquistato per servizio della Marina.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 63 ducati e 94 grana emessa, nel maggio 1799 da Giacinto Cafiero a favore del cittadino Salvatore Rossano a saldo dei viveri somministrati, da gennaio a maggio, ai remieri della darsena.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 12.000 ducati emessa, il 5 pratile (24 maggio) 1799 da Antonio Piatti a favore del cittadino Generale Wirtz, a conto della manifattura del vestiario.

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Costante la preoccupazione del nuovo stato repubblicano per assicurare il soldo agli ex militari borbonici, a sottolineare la fedele continuità dell'esercito e della marina nella difesa delle nuove istituzioni, come testimoniano le polizze emesse, fino agli ultimi giorni della Repubblica, dal Tesoriere provinciale per i conti arretrati dei militari, il cittadino Girolamo Cadolino

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In mostra

Banco di S. Giacomo. Polizza di 15 ducati e 40 grana emessa, il 22 ventoso (12 marzo) 1799, dal cittadino Girolamo Cadolino Tesoriere Provinciale per i conti arretrati dei Militari a favore del cittadino Vincenzo Tavernero, ex primo tenente del Reggimento Sannio, per gli arretrati di gennaio 1799.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 33 ducati emessa, il 22 germile (11 aprile) 1799, dal cittadino Girolamo Cadolino Tesoriere Provinciale dei conti arretrati dei Militari a favore del cittadino Giacomo Maclean, Aiutante Maggiore della Piazza di Napoli, per tanti che aveva lasciati in deposito nella Cassa dell'abolito Regimento.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 14 ducati e 70 grana emessa, il 28 germile (17 aprile) 1799, dal cittadino Girolamo Cadolino, Tesoriere Provinciale dei conti arretrati dei Militari, a favore del cittadino Gennaro Celentano ex secondo tenente del Reggimento Cavalleria per il soldo arretrato di gennaio.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 23 ducati e 80 grana emessa, il 3 fiorile (22 aprile) 1799, dal cittadino Girolamo Cadolino, Tesoriere Provinciale dei conti arretrati dei Militari, a favore dell'ex Capitano dell'abolito Reggimento Reale di Napoli, cittadino Carlo Carlier, per la paga di gennaio 1799.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 27 ducati e 20 grana emessa, il 6 giugno 1799, da Girolamo Cadolino, Tesoriere provinciale dei conti arretrati dei militari, a favore del cittadino Pasquale La Faye, ex alfiere del Reggimento Puglia, per sua paga del dicembre 1798 e per venti giorni di gennaio 99.

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"Preparo alla vita e alle armi"

Un'interessante linea di ricerca è quella relativa alla partecipazione agli eventi rivoluzionari dei cadetti e degli insegnanti dell'accademia militare della Nunziatella, la cui storia nel decennio 1789-1799 mostra l'estrema permeabilità dell'elemento militare all'associazionismo libertario. Basti ricordare che l'accademia aveva avuto tra i suoi docenti Pasquale Baffi, Francesco Saverio Granata, Carlo Lauberg ed Annibale Giordano e tra i suoi cadetti tanti protagonisti (Manthonè, Massa, Macdonald, Montemayor, G. Russo, d'Azzia, Carafa d'Andria, i fratelli Pignatelli di Strogoli, Riario Sforza, Grutther, Pepe e non si dimentichi Pietro Colletta)

La fonte bancaria offre particolare risalto alla figura di Giuseppe Parisi (1750-1831), comandante dell'accademia della Nunziatella che per aver fatto partecipare i suoi cadetti alla difesa della capitale, fu successivamente esiliato

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In mostra

Banco di S. Giacomo. Polizza di 14 ducati e 69 grana emessa, nel febbraio 1799, da Gaetano Ruiz a favore del cittadino Giuseppe Parisi, Comandante dell'Accademia Militare, e sono i ducati risparmiati sul pane consumato per il vitto degli alunni della Terza e Quarta Brigata. Sul verso vi è la girata del Parisi.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 700 ducati emessa, nell'aprile 1799, da Giuseppe Parisi, Comandate dell'Accademia Militare, a favore del cittadino Andrea Colnago per girarli al cittadino Gaetano Ruyz, che dovrà pagare dupletti e cotone per il vestiario degli alunni della Nazionale Accademia Militare.

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Le numerosissime polizze relative al soldo degli ufficiali, anche a riposo come nel caso del tenente colonnello Michele Bausan, costituiscono un filone di ricerca fecondissimo per ricostruire nomi e vicende dei quadri intermedi militari. La piccola serie di bancali esposte si conclude con un pagamento molto significativo per il comandante del Castello del Carmine: la polizza infatti è stata estinta il 12 giugno, 24 ore prima della disfatta.

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In mostra

Banco di S. Giacomo. Polizza di 47 ducati emessa, il 5 fiorile (25 aprile) 1799, dal Commissario della Tesoreria Nazionale a favore del cittadino Salvatore Favalli, ex primo tenente istruttore della Guardia Nazionale, per il suo soldo dello scorso germile.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 24 ducati emessa, il 5 fiorile (25 aprile) 1799, dal Commissario della Tesoreria Nazionale, a favore dell'ex secondo tenente, Domenico Filioli, istruttore della Guardia Nazionale per il suo soldo dello scorso germile.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 47 ducati emessa, il 5 fiorile (24 aprile) 1799, dal Commissario della Tesoreria Nazionale a favore dell'ex primo tenente cittadino Antonio Federico, istruttore della Guardia Nazionale, per il suo soldo dello scorso germile.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 11 ducati e 36 grana emessa, l'8 fiorile (25 aprile) 1799, dal Commissario della Tesoreria Nazionale a favore del cittadino Giovanni Orimini, Ufficiale aggregato alla Piazza di Napoli, per il suo soldo dello scorso germile.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 30 ducati e 66 grana emessa, l'8 fiorile(27 aprile) 1799, dal Commissario della Tesoreria Nazionale a favore del cittadino ex capitano Pascale Perez per il suo soldo dello scorso germile.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 57 ducati emessa, il 2 pratile (21 maggio) 1799, dal Commissario della Tesoreria Nazionale a favore del cittadino Michele Bausan, tenente colonnello a riposo, per la mesata dello scorso fiorile.

Banco di San Giacomo. Polizza di 36 ducati e grana 28 emessa, il 5 pratile (24 maggio) 1799, dal Commissario della Tesoreria Nazionale a favore del cittadino Uberto Fluvett, comandante del Castello del Carmine, e sono a compimento di 61 ducati e grana 33, di cui 18 ducati e 14 grana per suo soldo.

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"…Per quel che riguarda i Banchi pubblici…era riservato a Ferdinando IV… la gloria di non mettere solamente i suoi artigli sopra di questo sacro deposito, ma di distruggerne interamente l'esistenza…"

Nel 1799 in Napoli erano attivi 7 banchi pubblici; in origine tali istituzioni, per la maggior parte ‘luoghi pii’ (Monti), avevano lo scopo di aiutare i cittadini indigenti, riscattandoli dalla piaga dell’usura con la cosiddetta operazione di ‘prestito su pegno’ di preziosi o di ‘pannine’ (indumenti o lenzuola). Il prestito era ‘grazioso’, cioè senza interesse alcuno; successivamente fecero la comparsa "i ‘pegni di deposito’, il cui servizio di custodia, per somme eccedenti il limite di 10 ducati, veniva pagato; tale pegno detto anche ‘fruttifero’ divenne l’attività principale, trasformando i Monti in banchi. Con il tempo l’originaria attività filantropica si convertì, giocoforza, in attività di banca. I banchi conservarono comunque finalità sociali: elargizioni di sussidi a famiglie indigenti, doti per matrimonio o monacazione di fanciulle povere, costruzioni di ospedali, asili, educandati.

Il potere politico ricorreva sovente ai banchi pubblici in caso di necessità, richiedendo anticipazioni di denaro da destinare ad opere pubbliche (strade, edifici) ma più soventemente per affrontare spese di guerra, come nel 1796, quando il credito dei banchi nei confronti dell’istituzione pubblica aumentò ulteriormente e la disponibilità di denaro contante nelle casse divenne scarsissima. Il colpo di grazia alle risorse bancarie fu inflitto, alla vigilia della Repubblica, dai sovrani che fuggirono, come abbiamo già detto, con le casse del denaro contante rastrellato.

Fin dall’inizio della vicenda repubblicana, la situazione dei banchi fu al centro dell’attenzione del nuovo ceto dirigente, specie dei rappresentanti degli interessi francesi attraverso il cittadino Pietro Perrosier, Agente Superiore, responsabile del conto intestato alla Repubblica francese, acceso presso il banco di S. Giacomo. Significativamente, quando le cose volsero al peggio ed i francesi iniziarono il disimpegno politico e militare, questo conto fu intestato alla Repubblica Napoletana, a firma di Nicola d’Ajello:

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Sul tavolo di banco

Banco di S. Giacomo. Pandetta dei creditori apodissari del I semestre 1799 matr. 469. Iscrizione del conto corrente intestato alla Repubblica francese e, successivamente, alla Repubblica napoletana.

Banco di S. Giacomo. Libro maggiore dei creditori apodissari del I semestre 1799, matr.747.

Al foglio 6.361 del I semestre 1799 matr.747 è acceso il conto intestato alla Repubblica francese, a disposizione del cittadino Pietro Perrosier, agente superiore nella Commissione civile.

Banco di S. Giacomo. Libro maggiore dei creditori apodissari del I semestre 1799, matr.746.

Al foglio 4.371 risulta acceso il conto intestato alla Repubblica Napoletana, a disposizione di Nicola d'Ajello. In data 12 giugno, risulta estinto, in esito, un pagamento di 270 ducati rilasciato, il 29 di aprile, a favore della Repubblica Napoletana, a disposizione di Nicola D'Ajello, di cui si espone fede di credito.

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La necessità di assicurare la continuità del servizio bancario, segnale importante di ‘normalizzazione politica’ e cerniera fondamentale dell’attività economica, fu un’esigenza immediatamente avvertita: lo stesso generale in capo Championnet si preoccupò di far procedere le operazioni di pagamento. Allo stesso modo, il governo borbonico appena restaurato dispose l’apertura dei banchi "onde impedire l’arresto della circolazione delle carte bancali":

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In mostra

Banco di S. Giacomo. Archivio patrimoniale. Dispaccio, del 1° ventoso (19 febbraio) 1799, con cui si comunica la volontà del Generale in capo Championnet di procedere alle operazioni di pagamento bancario, senza interruzione del servizio.

Banco del Salvatore.. Archivio patrimoniale. Comunicazione, del 27 giugno 1799, circa la Sovrana disposizione di aprire i Banchi, onde impedire l’arresto della circolazione delle carte bancali.

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L’agente Perrosier continuava nell’opera di rastrellamento di denaro contante, ‘numerario’, mentre il governo repubblicano cercava di mettere ordine nella finanza pubblica, emanando nuove regole, e soprattutto richiedendo ai governatori dei banchi relazioni dettagliate sulla situazione patrimoniale – "l’affare dei banchi non ammette più dilazione alcuna, ed in caso di tardanza voi rimarrete responsabili di tutti gli inconvenienti…"-, al fine di mettere in atto le necessarie contromisure:

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In mostra

Banco di S. Giacomo. Archivio patrimoniale. Dispaccio, del 13 febbraio 1799, del Commissario Civile del Governo francese, rivolto a tutti i governatori ed ufficiali dei Banchi perché si provveda a mettere a disposizione della Repubblica francese, e per essa al cittadino Pietro Perrosier, Agente Superiore, tutto il numerario esistente nei Banchi intestato alla Religione Gerosolomitana o Ordine di Malta, dell'Ordine Costantiniano.

Banco dei Poveri. Archivio patrimoniale. Dispaccio, del 15 febbraio 1799, del cittadino Perrosier, Agente Superiore della Repubblica francese, indirizzato a tutto il personale del Banco di S. Giacomo perché si provveda ad approntare un bilancio del denaro depositato a nome dell'Ordine Costantiniano e a farne fede di credito da lui sottoscritta.

Banco dei Poveri. Archivio patrimoniale. Manifesto emesso in data 15 marzo 1799, dal Governo Provvisorio - Comitato di Finanze - per il controllo di tutte le casse della pubblica amministrazione.

Banco dei Poveri. Archivio patrimoniale. Dispaccio, del 21 aprile 1799, con cui il Comitato di Finanze, al fine di ripianare il vuoto dei Banchi determinato dall'antico regime, invita il Governatore del Banco dei Poveri a rimettere con sollecitudine il prospetto patrimoniale dell'istituto.

 

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La scarsità di circolazione del ‘numerario’ provocava anche gravi problemi di ordine pubblico presso le sedi dei banchi, dove i cittadini inferociti si presentavano per chiedere il cambio di bancali. Fu dato incarico alla Municipalità di formare una commissione di sette ‘onesti individui’ con il compito di assistere alla distribuzione del denaro nei banchi, prevenendo "i disordini che si commettano da Cittadini"; si misero anche in atto provvedimenti contro gli incettatori di denaro contante:

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In mostra

Banco del Salvatore. Archivio patrimoniale. Disposizione, del 6 febbraio 1799, per la distribuzione di numerario alla cittadinanza nel chiostro di San Domenico Maggiore, al fine di evitare la confusione.

Banco del Salvatore. Archivio patrimoniale. Disposizione pervenuta, in data 8 aprile 1799, alla Commissione generale delle Casse di pubblica Amministrazione per le misure da prendersi contro gli incettatori di denaro contante.

A concludere la sezione destinata ai banchi, alcuni documenti offrono interessanti notizie su "bancari giacobini" e "bancari realisti".

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Il cambiamento di regime indusse alcuni ufficiali dei banchi a rivendicare promozioni sulla base di ingiustizie patite sotto il governo borbonico, oppure in considerazione dei servizi prestati alla Repubblica.

Sull’altro versante, il sussidio per le sorelle La Rossa e la richiesta di dissequestro dei beni, nel 1800, di Vincenzo de Gasaro Baccher, si riferiscono a familiari dei congiurati filoborbonici, denunziati da Luisa Sanfelice, giustiziati il 13 giugno 1799:

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In mostra

Banco dei Poveri. Archivio patrimoniale. Dispaccio con cui si invitano i Governatori del Banco dei Poveri a riabilitare il cassiere Gaetano Sarruba, vittima di un ingiusto procedimento durante il passato governo borbonico.

Banco di S. Giacomo. Archivio patrimoniale. Il cittadino Filippo Sarnelli, ufficiale del Banco Nazionale di San Giacomo, sospeso dal passato Governo, poi reintegrato dal Comitato di Finanze della Repubblica, cui era ricorso, rivendica la liquidazione delle sue paghe arretrate sospese.

Banco della Pietà. Archivio patrimoniale. Il cittadino Gaetano Trotta, in servizio nella Guardia Nazionale, chiede di essere ammesso nei ruoli di soprannumerario di detto Banco, dai quali fu escluso per una iniqua legge del passato governo che fissava, per l'assunzione, il limite di età di venti anni.

Banco del Salvatore. Archivio patrimoniale. Il Comitato di Finanze, in data 8 aprile 1799, dispone che il patriota Raffaele Fraglias goda, come facchino del Banco, delle stesse prerogative degli altri dipendenti, in considerazione dei servizi prestati alla causa repubblicana.

Banco del Salvatore. Archivio patrimoniale. Il cittadino Muscari rinnova l'invito al Governo del Banco del Salvatore a ripristinare il soldo al ‘giornalista’ Giuseppe De Lorenzo, assente giustificato perché impegnato a servire la causa repubblicana.

Banco di S. Eligio. Archivio patrimoniale. Sussidio elargito a Maria Teresa e Rosa La Rossa, sorelle di Ferdinando e Giovan Battista, impiegati del Banco di Sant'Eligio, giustiziati il 13 giugno 1799, in quanto incriminati come partecipi alla congiura antirepubblicana dei Baccher.

Banco di S. Giacomo. Archivio patrimoniale. Dispaccio, del 27 luglio 1800, con cui si prescrive il dissequestro di 13.451 ducati e 95 grana, depositati presso il Banco di San Giacomo, a nome di Vincenzo de Gasaro Baccher e dei defunti Gennaro, Gerardo de Gasaro, di Placido e fratelli de Gasaro e di Giovanni de Gasaro Baccher.

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"…Gli alti ceti sono perfidissimi; la marina e l'artiglieria tutta cattiva;

molti uffiziali ed infinita nobiltà e saputelli, mezzi paglietti, studenti ."

L'itinerario espositivo dedica un'ampia sezione ai protagonisti dell'azione di governo, cercando di rendere visibile anche la dimensione privata dei personaggi pubblici più noti. Ma la sezione intende anche rendere omaggio alla storia fatta dai comprimari, alla moltitudine viva e senza nome che pure partecipò alla vicenda rivoluzionario e che la regina Maria Carolina, nel passo riportato in epigrafe, classifica sociologicamente.

Accanto ai personaggi noti si è cercato di dar risalto alle figure di fondo dei quadri ufficiali; quelli che, scampati al massacro, costituiranno il nuovo ceto di operatori amministrativi e di intellettuali nel corso del Decennio. Gli stessi che costituiranno il nerbo più resistente alla ventata di restaurazione impostasi dopo la fine del regime napoleonico.

La quasi totalità delle bancali in mostra è stata emessa da Antonio Piatti, nella sua qualità di Commissario della Tesoreria Nazionale.

La galleria di ritratti non può che partire dalla sua famiglia:

La famiglia Piatti

Banchieri ed industriali di origine veneta, soci della Compagnia Meuricroffe e Piatti come li ritroveremo più avanti in mostra, si trasferirono a Napoli nel 1788. Il figlio Antonio (Trieste 1771 - giustiziato nel 1799) fu prima membro, poi, dall'aprile, Commissario della Tesoreria Nazionale.

Domenico (Trieste 1746, giustiziato nel 1799) nel 1798 si rifugiò in Svizzera e tornò a Napoli con il generale Championnet del quale era aiutante di campo. Fu membro del comitato finanze del Governo Provvisorio.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 5 ducati emessa il 1° ottobre 1798, da Domenico Piatti a favore di Domenico Romanelli, maestro di lettura, per il suo appannaggio come insegnante dei figli.

Carlo Lauberg(o Laubert, 1762 -1834).

Avviato alla carriera delle armi sulle orme del padre, seguì poi la sua inclinazione per gli studi di chimica e matematica, divenendo frate scolopio. Massone, organizzò la congiura del 1794; rifugiatosi in Francia tornò in Italia con l'Armata di Francia nel 1798. Presidente del Comitato Centrale, poi sostituito da Ciaja e il 18 marzo, accusato di malversazione nella gestione della Commissione per l'esazione del tributo sui metalli preziosi, fu arrestato. Dovette poi fuggire, scampando alle persecuzioni ed alla forca

Banco di S. Giacomo. Polizza di 625 ducati e 7 grana emessa il 1° marzo 1799, da Antonio Piatti, Commissario della Tesoreria Nazionale, a favore del cittadino Carlo Laubert rappresentante del Comitato Centrale.

Vincenzo Lupo (Caggiano (SA) 1755 - giustiziato nel 1799).

Avvocato, fu durante la Repubblica commissario del Governo presso commissione militare.

Banco di S. Giacomo. Fede di credito di 80 ducati rilasciata, il 29 maggio 1799, a favore del cittadino Vincenzo Lupo.

 

Eleonora Fonseca Pimentel (Roma 1752 - giustiziata nel 1799).

L'eccezionalità della vicenda politica della Pimentel, la sua doppia 'solitudine': di intellettuale e di donna - "la sua immensa solitudine di donna nel singolare destino di superare tutti gli uomini del suo tempo "- ha prodotto molte biografie cui si rinvia.

Nata a Roma da genitori portoghesi, poi trasferitisi a Napoli, si dilettò di letteratura, scienze matematiche e naturali; passò poi agli studi economici e politici. Denunciata nel 1794 ed arrestata nel 1798, liberata ai primi di gennaio '99, fu tra i patrioti che conquistarono Castel S. Elmo e proclamarono la Repubblica. Diresse con grande autonomia dal potere politico il <<Monitore Napoletano>>.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 4 ducati e 48 grana emessa, nel febbraio 1799, da Michele Maresca, tesoriere, a favore di Eleonora Fonseca Pimentel.

Giuseppe Maria Galanti(Santa Croce del Sannio < BN> 1743 - Napoli 1806).

Uomo di legge, letterato, storico, geografo, economista, fu discepolo di Genovesi. A corte era stimato ma non amato; si rese inviso alla Repubblica per aver rifiutato più volte l'invito a far parte del governo, come ministro delle Finanze. Si limitò a presentare una memoria a stampa sullo stato dei banchi napoletani. L'unica carica pubblica che conservò nel semestre repubblicano fu quella di giudice del Tribunale dell'Ammiragliato.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 25 ducati emessa, il 22 fiorile (11 maggio) 1799 a favore di Giuseppe Maria Galanti, per l'assegno mensile di pensione accordatogli dal Governo Provvisorio.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 100 ducati emessa, il 5 pratile (24 maggio 1799) da Antonio Piatti, Commissario della Tesoreria Nazionale, a favore del cittadino rappresentante Giuseppe Maria Galanti.

Ignazio Ciaja (Fasano <BA> 1762 - giustiziato nel 1799).

Congiurato del 1794, si rifugiò in Puglia ma fu arrestato nel 1795 al suo ritorno nella Capitale; fu scarcerato nel luglio del 1798, per essere di nuovo imprigionato a settembre e trasferito a Bisceglie, da cui fu liberato solo dall'arrivo dei Francesi. Fin dal 5 febbraio fu inserito nel comitato centrale, ma giunse a Napoli solo 10 giorni dopo; fu Presidente del Governo Provvisorio dal 20 febbraio, succedendo a Lauberg, fino al 23 marzo 1799, quando fu sostituito dall'Abbamonti. Ciaja fu uno dei 5 membri della Commissione Esecutiva. Firmò la capitolazione con il cardinale Ruffo.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 625 ducati emessa, nel marzo 1799, da Antonio Piatti, Commissario della Tesoreria Nazionale, a favore del cittadino Ignazio Ciaja, rappresentante del Comitato Centrale.

Pasquale Baffi (Santa Sofia d'Epiro<CS>1749 - giustiziato nel 1799).

Massone, professore all'Università di lingua e letteratura greca, bibliotecario dell'Accademia Ercolanese. Fu membro del Comitato dell'Interno del Governo Provvisorio.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 6.250 ducati emessa, il 2 germile (22 marzo) 1799 da Antonio Piatti, Commissario della Tesoreria Nazionale, a favore del cittadino Pasquale Baffi

Francesco Mario Pagano(Brienza <PZ>1748 - giustiziato nel 1799).

Avvocato, professore di diritto criminale, avvocato dei poveri nel 1789, difensore dei giacobini nel 1794; arrestato nel 1795, rimase in carcere fino al 28 luglio 1798; rifugiatosi a Roma, poi a Milano, tornò a Napoli nel febbraio 1799. Membro del Governo Provvisorio; presidente della Commissione Legislativa, autore del progetto di costituzione della Repubblica Napoletana.

Banco di S. Giacomo. Fede di credito di 35 ducati rilasciata, il 1° aprile 1799, a favore del cittadino Mario Pagano.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 100 ducati emessa, il 3 pratile (22 maggio) 1799, da Antonio Piatti, Commissario della Tesoreria Nazionale, a favore del cittadino rappresentante Mario Pagano.

Flavio Pirelli

Membro della Commissione Legislativa.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 100 ducati emessa, il 5 pratile (24 maggio) 1799, dal Commissario della Tesoreria Nazionale a favore del rappresentante Flavio Pirelli

Marcello Scotti (Napoli 1742- giustiziato nel 1800).

Nato a Napoli da genitori procidani, rimase profondamente legato all'isola. Sacerdote, compì i suoi studi nel Collegio dei Cinesi; fin dal febbraio del 1799 fece parte della Commissione di ecclesiastici per le direttive al clero e per la formazione di un catechismo morale; nel marzo fu inserito dall'Abrial tra i 25 della Commissione legislativa; a fine maggio l'ultimo incarico nella Commissione per l'esame del progetto di legge per la riforma dei religiosi.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 100 ducati emessa, il 6 pratile (25 maggio) 1799, dal Commissario della Tesoreria Nazionale, a favore del cittadino rappresentante Marcello Scotti per l'appannaggio mensile.

Nicola Fasulo(1768 - giustiziato nel 1799).

Avvocato, incarcerato nel 1794, poi scarcerato nel 1798 e subito dopo incarcerato; liberato il 3 gennaio 1799, divenne presidente del Comitato di Polizia; fu membro della Commissione Legislativa.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 625 ducati emessa, nel marzo 1799, dal Commissario della Tesoreria Nazionale, a favore del cittadino Nicola Fasulo.

Vincenzo Porta (Porto).

Rappresentante del Comitato di Finanze, fu membro del Governo Provvisorio.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 625 ducati emessa, il primo marzo 1799, dal Commissario della Tesoreria Nazionale, a favore di Vincenzo Porta.

Francesco Salfi (1759 - 1832).

Segretario Generale del Governo Provvisorio.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 250 ducati emessa, il 3 fiorile (22 aprile) 1799, dal Commissario della Tesoreria Nazionale, a favore del cittadino Francesco Salfi per il suo appannaggio dello scorso marzo.

Vincenzo De Filippis (Turiolo <CZ> 1749 - giustiziato nel 1799).

Fu professore di matematica nell'Università di Bologna, membro del Comitato dell'Interno del Governo Provvisorio; membro della Commissione Legislativa; ministro dell'Interno.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 2.303 ducati e 14 grana emessa, il 15 aprile 1799, da Vincenzo De Filippis a favore del cittadino Rodrigo Messia de Prado, in conto di 4.160 ducati e 88 grana dovutigli dal Comitato di Finanze per somministrazione di biade ed orzi alla Commissione Generale di Sussistenza.

Carlo De Nicola

Fu il diarista "borboniano" della Rivoluzione, autore del Diario Napoletano dal 1798 al 1825.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 15 ducati emessa, nel maggio 1799, da Antonio de Nicola a favore di Carlo de Nicola.

Giovanni Francesco Conforti (Calvanico <SA> 1743 - giustiziato nel 1799).

Teologo di Corte; ministro dell'Interno della Repubblica Napoletana fino al 18 aprile 1799.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 250 ducati emessa, nell'aprile 1799, da Vincenzo de Filippis a favore del cittadino Francesco Conforti.

Annibale Giordano (Ottaviano (NA) 1771 - 1835).

Matematico e chimico. Fu giacobino della prima ora, implicato nella congiura del 1794. Imprigionato, riuscì a fuggire dalle carceri di Castel Nuovo; ritornò a Napoli durante la Repubblica e ricoprì vari incarichi: nel Comitato Militare, nella Segreteria di Guerra; fu capo del burò della contabilità di Marina, membro della Commissione rivoluzionaria. Condannato dai realisti, riuscì ad ottenere la commutazione della pena in carcere, dal quale uscì nel 1801 per rifugiarsi in Francia dove morì.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 26.837 ducati emessa il 9 pratile (28 maggio 1799) da Annibale Giordano a favore della Tesoreria Nazionale per tanti dovuti dalla medesima al cittadino Manthonè, ministro di Guerra.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 60 ducati emessa, nell'aprile 1799, da Annibale Giordano, Segretario del Comitato Militare, a favore di Vincenzo Acampora, per il soldo dovutogli come commesso del Comitato Militare.

La famiglia Serra

Luigi, duca di Cassano, padre del martire Gennaro, fu eletto nella Municipalità, e poi sostituito da suo figlio Giuseppe, salvatosi alla fine della repubblica dal patibolo, perché inviato a Parigi. Dopo la morte di Gennaro, avvenuta il 20 agosto 1799, il duca di Cassano fece sbarrare le porte del suo palazzo che guardavano alla reggia napoletana del Borbone.

Gennaro (Portici (NA) 1772 - giustiziato nel 1799) fu comandante in seconda della Guardia nazionale.

Banco di S. Giacomo. Fede di credito di 50 ducati rilasciata, il 4 aprile 1799, al cittadino Gennaro Serra.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 30 ducati emessa, nel maggio 1799, da Luigi Serra a favore di Ovidio Nazzaro per il suo onorario come medico di casa.

Giovanni Riario Sforza (1778 - giustiziato nel 1799).

Marchese di Corleto, membro del Governo Provvisorio, rappresentante del Comitato Militare.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 625 ducati emessa, il 1° marzo 1799 dal Commissario della Tesoreria Nazionale, a favore di Giovanni Riario Sforza.

Giuseppe Poerio (n.1775 - 1843).

Commissario governativo.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 20 ducati, emessa nel settembre 1798, da Giuseppe Poerio a favore di se medesimo.

La famiglia Vivenzio

Nicola Vivenzio (1742-1816) fu storico e giurista di grande valore, occupò alte cariche in magistratura e fu tenace assertore dell'abolizione della feudalità. Giovanni Vivenzio, suo fratello, fu Direttore dell'Ospedale degli Incurabili.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 1.419 ducati e 40 grana, emessa il 29 fiorile (18 aprile) 1799 dal Commissario della Tesoreria Nazionale a favore di alcuni dipendenti del Tribunale di Commercio pel tramite di Nicola Vivenzio.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 100 ducati emessa nel dicembre 1798, da Giovanni Vivenzio a favore di Antonio Villani professore della cattedra di Medicina, per il suo appannaggio di alcuni mesi. Villani fu in seguito nominato perito della Giunta di Stato per accertare la presunta gravidanza di Luigia Sanfelice.

Giuseppe Laghezza

Elettore della Guardia Nazionale, membro della Commissione Militare e della Commissione per la esecuzione della legge sui banchi del 24 maggio 1799.

Banco di S. Giacomo. Fede di credito di 14 ducati rilasciata, il 17 aprile 1799, a favore del cittadino Giuseppe Laghezza e da questi girata a Francesco Antonio Lembo.

Luigi Rossi(Montepaone <CZ>1773 (1769?) - giustiziato nel 1799).

Avvocato, denunziato come giacobino nel 1794, fu segretario del Comitato di Legislazione ed autore di numerose poesie durante il semestre repubblicano.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 300 ducati emessa, il 17 aprile 1799, da Giuseppe Laghezza a favore di Luigi Rossi, compresi tra i 1.300 ducati stanziati dal Comitato di Legislazione per provvedere alla loro ripartizione.

Luigi Macedonio

Marchese di Ruggiano, fu ministro delle Finanze della Repubblica Napoletana.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 106 ducati 2 tarì e 10 grana emessa, nel maggio 1799, da Luigi Macedonio a favore del negoziante Salvatore d'Amelio, in restituzione di simile somma versata da quest'ultimo per diritti di dogana.

Gabriele Manthonè (1764 - giustiziato nel 1799).

Ufficiale di artiglieria borbonico, fu Presidente del Comitato Militare e ministro della Guerra.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 27.690 ducati e 82 grana emessa l'11 pratile (30 maggio) 1799 da Antonio Piatti, Commissario della Tesoreria Nazionale, a favore di sé medesimo a computo di 50.000 ducati, presi dalla somma di 69.131 ducati introitati dalla Tesoreria Nazionale a credito del cittadino Manthonè.

Prosdocimo Rotondo (Gambatesa <CB>1757 - giustiziato nel 1799).

Avvocato, esiliato nel 1798. Membro del Governo Provvisorio, da cui fu poi estromesso, presiedette il Comitato delle Finanze

Banco di S. Giacomo. Polizza di 7 ducati 2 tarì e 10 grana emessa, nel gennaio 1799, da Prosdocimo Rotondo a favore di Luigi Ascione e Carolina Bonelli per il mantenimento del giardino della "fabbrica delle fettucce".

Paquale Falcigni

Presidente del Comitato di Giustizia e di Polizia Generale, Falcigni fu, tra l'altro, membro della Commissione Legislativa.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 100 ducati emessa, il 28 marzo 1799, da Pasquale Falcigni a favore di Alessandro Petrucci, segretario.

Michele Filangieri

Membro della Commissione Legislativa. Fu sindaco di Napoli durante il Decennio Francese (1806-1815).

Banco di S. Giacomo. Polizza di 6 ducati emessa, nel marzo 1799, da Girolamo del Pozzo a favore del cittadino Michele Filangieri.

Nicola Mastelloni (Mastellone).

Marchese, fu ministro di Giustizia.

Banco di S. Giacomo. Polizza emessa il 4 aprile 1799, da Pasquale Falcigni, Presidente del Comitato di Giustizia e di Polizia generale, a favore dello scrivano Domenico Carputi, su invito di Nicola Mastelloni.

Nicola Carlomagno (Lauria <PZ> 1761 - giustiziato nel 1799).

Membro della Municipalità, commissario del Governo presso la Commissione di Polizia.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 50 ducati emessa, il 12 pratile (31 maggio ) 1799, da Nicola Carlomagno a favore del cittadino Arduino Manzoni per le fatiche da lui prestate nella Commissione Governativa.

Ippolito Porcinari

Presidente della Camera dei Conti Nazionali, precedentemente aveva fatto parte della Giunta di Stato.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 8.728 ducati e 88 grana, emessa il 1° germile (21 marzo) 1799, a favore di Ippolito Porcinari per dover provvedere al pagamento di alcuni dipendenti della Camera dei Conti Nazionali.

Giuseppe Celentano

Segretario della Commissione Militare.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 30 ducati emessa, nel maggio 1799, da Giuseppe Celentano a favore di Gioacchino Retta per le sue prestazioni di sottocommesso della Commissione Militare.

Andrea Vitaliani ( o Vitagliano, Napoli 1761 o 1765 - giustiziato nel 1799).

Orologiaio. Andrea Vitaliani, fratello di Vincenzo giustiziato nel 1794, fu esule a Genova e ritornò a Napoli con Championnet. Fece parte durante la Repubblica della Municipalità.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 1.000 ducati emessa, il 27 piovoso (5 gennaio 1799) dal Commissario della Tesoreria Nazionale, a favore di sé medesimo, per destinarli, su disposizione del Governo Provvisorio, al cittadino Vitagliano.

Pietro Napoli Signorelli

Letterato, fu membro della Commissione Legislativa.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 100 ducati emessa, il 3 pratile (22 maggio) 1799, a favore del cittadino rappresentante Pietro Napoli Signorelli.

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"Siamo cittadini Republicani.

Al presente ci troviamo in quiete e tranquillità"

Così come il cronista contemporaneo narrava, in questa sezione l'itinerario espositivo intende fornire un "diario minimo" della Napoli repubblicana, prestando attenzione al fluire del quotidiano "in quiete e tranquillità.

Nella storia del Regno di Napoli nella seconda metà del XVIII secolo le sperequazioni di mercato, l’usura ai danni dell’azienda agricola, il monopolio mercantile e baronale del sistema distributivo sembrano costituire delle costanti. E, in senso lato, lo sono. La struttura socio-economica meridionale è arretrata ma non vive racchiusa in sé stessa; essa fa parte – per sua fortuna o suo malgrado – di un contesto più ampio. Nel ‘700 il Regno usufruisce dell’inserimento in un contesto mercantile che comprende, per un verso, i paesi ‘poveri’ dell’area del Mediterraneo e, per altro, gli stati ad economia più avanzata dell’Europa centro-settentrionale. L'esistenza di concreti rapporti commerciali della città di Napoli con tutte le principali piazze d'Europa, la consistenza di una bilancia commerciale sostanzialmente favorevole al Regno, non autorizza però a cercare l'essenziale della sua vita di distribuzione in lontani rapporti commerciali, tanto più se si tiene presente il carattere sostanzialmente passivo del commercio estero. L'apparente gran vantaggio della bilancia commerciale si assottiglia di molto se si considera che la confisca dei benefici è tutta a vantaggio dei mercanti stranieri: elemento che rivela un vero difetto originario del meccanismo, la mancanza cioè della formazione di quadri mercantili indigeni, capaci di inserirsi direttamente, in modo autonomo, nei grandi traffici internazionali:

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In mostra

Banco di S. Giacomo. Polizza di 924 ducati emessa, il 29 novembre 1798, da Raymond Piatti a favore dei signori Schwartz e Federico Degen, per valuta di marchi Lubs 1500, dati a cambio per Amburgo.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 7406 ducati e 81 grana emessa, nel febbraio 1799, da Raymond Piatti a favore dei cittadini Piatti, padre e figlio.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 550 ducati e 45 grana emessa nel febbraio 1799 da Raffaele Giordano a favore del duca di Corigliano per valuta al 54 e mezzo di lire 1.500 tornesi dati a cambio per Parigi.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 1.469 ducati e 40 grana emessa, nell'aprile 1799, da Falconnet e C. a favore di Meuricoffre e Sorvillo per una loro cambiale per valuta a 38 di 2.791 lire, 17 soldi e 3 denari fuori Banco, tratta su Genova sui fratelli Eynard e Schmidt e pagabile a 45 giorni data sull'ordine dei suddetti Falconnet e C.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 125 ducati emessa, nell'aprile 1799, da Falconnet e C. a favore dei Cittadini Meuricoffre e Sorvillo per una lettera di cambio da Bergamo di Luigi Cavalli su una rimessa di Gelmi e Bosia pagabile a 45 giorni data all'ordine di Alessio Baroni e da questi girata ai suddetti Cittadini Meuricroffe e Sorvillo.

Banco di S. Giacomo. Fede di credito di 342 ducati e 3 grana rilasciata, il 12 aprile 1799, a favore del cittadino Luigi Vallin e da questi girata al cittadino Chantoloup, ricevitore cassiere dell'Agenzia Centrale delle Proprietà Nazionali francesi, per doversi tale somma dal Vallin a tre case inglesi: Edoardo Brooke di Luds, Guglielmo Friser e C. d'Exon e Giovanni Banow di Manchester.

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Nel Regno le forme dei rapporti di produzione e del sistema distributivo sono tali da rendere di particolare interesse quanto avviene al momento del passaggio dei generi agricoli dal produttore al mercante, fino al consumatore. La presenza di una capitale delle dimensioni di Napoli focalizza l’attenzione sul processo di inurbamento di ingenti masse di "regnicoli": l’eccezionale consistenza demografica della città ha alle spalle il complesso sistema di controlli che Napoli esercita sulle campagne, dove dominano coltura estensiva e instabilità della popolazione agricola. E' dal funzionamento dell'annona di Napoli, controllata dalla nobiltà di piazza, dal meccanismo degli assienti, dalle apertura delle esportazioni, che emerge in maniera esemplare la complessa struttura di potere dell'oligarchia che controlla la distribuzione granaria, ovvero il momento fondamentale dell'economia del Regno. La città compra il grano attraverso una rete di mercanti, un numero limitato, e paga il genere a prezzi variamente manipolati con il denaro ricavato dai continui prestiti che i banchi pubblici concedono al "partito" dei mercanti legati alla municipalità cittadina. L'approvvigionamento annonario costituiva la più rilevante attività economica saldamente trattenuta nelle mani di cittadini, e precisamente di quell'oligarchia mercantile che la pubblicistica contemporanea, progressista o reazionaria, definiva "monopolisti napoletani", legati a doppio filo a quel coacervo di rendita parassitaria, finanza speculativa e poteri pubblici (privatisticamente gestiti), che costituiva il nucleo dirigente di Napoli e nella capitale risiede fisicamente.

Sarebbe un'interessante linea di ricerca ricostruire le vicende dell'approvvigionamento annonario durante il semestre repubblicano, soprattutto in considerazione degli effetti che la penuria di generi alimentari ebbe sul popolo minuto:

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In mostra

Banco di S. Giacomo. Polizza di 100 ducati emessa, nell'aprile 1799, da Francesco Saverio Amore a favore della Repubblica Napoletana per il fitto di due mesi e mezzo, alla ragione di 20 ducati al mese, di due magazzini adibiti al deposito dei grani siti nella Fabbrica Nazionale al Ponte della Maddalena.

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Per quel che riguarda le attività produttive, i documenti nel corso di tutto il XVIII secolo testimoniano il lento ma costante processo di destrutturazione economica dei settori produttivi tradizionali della città, quali l'industria tessile, il settore delle costruzioni navali, la pesca del corallo, l'attività edilizia. Ma alla crisi che coinvolge i settori del lavoro di base, fa significativamente riscontro la vitalità delle industrie di lusso; Napoli è infatti il centro di spesa della rendita, luogo di residenza delle famiglie nobili, o di quanti vivono 'more nobilium'.

I documenti bancari mostrano come (prima, durante e dopo il semestre 'rivoluzionario') per questi ceti sociali la vita in sostanza non cambiasse:

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In mostra

Banco di S. Giacomo. Polizza di 3 ducati e 80 grana emessa, nel gennaio 1799, dal duca di Cassano Serra a favore del mastro calzolaio Giuseppe Franza e a saldo di 7 ducati e 60 grana, per 11 paia di scarpe servite ai suoi figli. Sul verso il notaio Baldassarre Pietrangioli autentica la firma del cittadino Giuseppe Franza.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 22 ducati emessa, nel gennaio 1799, da Bianca Doria principessa d'Avella a favore di Giulio Mauro per 18 paia di guanti di pelle bianca, costati 60 grana il paio, e per 16 paia di guanti di pelle colorata, costati 70 grana il paio.

Banco dello Spirito Santo. Polizza di 7 ducati emessa, nel febbraio 1799, da Francesco Macrj a favore della cittadina Marianna Salomè, donna di biancheria della cittadina Eleonora Doria d’Avalos, a saldo di 10 ducati per la mesata di febbraio.

Banco dello Spirito Santo. Polizza di 60 ducati emessa, nel marzo 1799, dal principe Pignatelli d'Aragona a favore del cittadino Fedele Fenarola, come omaggio pasquale per le lezioni di musica che dà alle sue figlie.

Banco dello Spirito Santo. Polizza di 24 ducati emessa, nel marzo 1799, dalla cittadina Eleonora Carafa a favore del cittadino Luigi Melchiorre per le lezioni di ballo impartite ai suoi figli.

Banco dello Spirito Santo. Polizza di 40 ducati emessa, nell'aprile 1799, dal principe Bellelli per conto della Cittadina Giovanna Pappacoda e a favore del cittadino Santi Prudente per l'assistenza che il Prudente le presta mensilmente come suo medico personale da circa 10 anni.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 10 ducati e 40 grana emessa, nel maggio 1799, da Gaetano del Santo a favore del cittadino Stefano Celli per il mensile dovutogli come maestro di casa del cittadino Onorato Gaetani.

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La concentrazione della spesa della rendita fondiaria nella Capitale dà ragione dell'esistenza di numerosi orafi, fabbricanti di carrozze, di strumenti musicali, di armieri, conciapelli. Tutti questi addetti all'artigianato di lusso continuarono la propria attività in periodo repubblicano:

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In mostra

Banco di S. Giacomo. Polizza di 1 ducato e 60 grana emessa, nel gennaio 1799, dal notaio Vincenzo Maria Vitale a favore di don Raffaele Robbio per una fornitura di pomata e polvere di cipro.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 16 ducati e 13 grana emessa, il 27 piovoso (15 febbraio) 1799, da Ignazio Ciroffi a favore del cittadino Francesco Zagarese per una scatola di porfido con smalto a mosaico.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 3 ducati emessa, il 15 marzo 1799, da Domenico Forges Davanzati, Presidente del Comitato di Legislazione, a favore del cittadino Stefano Mancini, per tazze, zuccheriere ed altri generi di terraglia d'Inghilterra somministrati ad uso del Comitato.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 88 ducati e 50 grana emessa, nel marzo 1799, dal cittadino Giuseppe Gerardo Gallone di Tricase a favore dell'intagliatore cittadino Antonio Vitale e a saldo di 188 ducati e 50 grana, per il legname ed intaglio di 18 sedie, 2 canapè, una bussola di panno verde con i suoi ferramenti, una culla di legno di "ceraso" e un piede di una culla di legname semplice.

Banco di S. Giacomo. Fede di credito di 100 ducati rilasciata in Napoli, il 19 aprile 1799, al cittadino Francesco Carlier e da questi girata, in pari data, al pittore ornamentista Vincenzo Raimondi in conto dei lavori fatti e da farsi per il cittadino Lucio Caracciolo.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 63 ducati e 80 grana emessa, nell'aprile 1799, da Maria Beatrice Mendozza a favore del cittadino Vincenzo Migliuolo e cioè 50 ducati in conto di un servizio per tavola di terraglia e 13 ducati e 80 grana per 18 giarre con piattini da sorbetto, compreso l'aggio del 50 per cento.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 20 ducati emessa, nell'aprile 1799, dal cittadino Giuseppe Carignani a favore del cittadino Antonio Rispo e cioè 8 ducati, a saldo di 15 ducati, per il pennacchio a tre colori per il letto del Generale in Capo dell'Armata Francese oltre che per l'accomodatura, tintura, e rifusa di penne, secondo la nota del cittadino Antonio De Simone, e 12 ducati per l'aggio al 60 per cento sui suddetti 8 ducati.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 50 ducati emessa, il 16 aprile 1799, dal cittadino Giuseppe Carignani a favore del mastro ferraro cittadino Aniello Attardi e cioè 20 ducati, a saldo di 44 ducati e 36 grana, per un lettino di ferro fatto per il Generale in Capo dell'Armata Francese secondo la nota dell'architetto cittadino Antonio de Simone, compreso l'aggio al 60 per cento sui suddetti 20 ducati.

Banco di S. Giacomo. Fede di credito di 10 ducati rilasciata in Napoli, il 17 maggio 1799, al cittadino Giuseppe Mangani e da questi girata, in pari data, al cittadino Saverio Costanzo a saldo di 12 ducati per la costruzione di un lettino di mussolino alla spagnola.

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Al di là della zona coperta, per così dire, dai consumi di lusso (in cui si inseriscono i numerosi 'settepanella', i servitori di case nobili e borghesi), si estende il settore che riguarda appunto l'approvvigionamento alimentare, dove un enorme valore di merci, domandato da una massa demografica imponente, è distribuita nella città attraverso mille rivoli: verdurai, macellai, pizzicagnoli, panettieri, ai quali si aggiungono gli innumerevoli venditori ambulanti che caratterizzano la strada napoletana. Tutto questo fa anche colore, ma non è tutto, anzi è troppo poco. Le masse di 'regnicoli' sono confluite nella metropoli per sfuggire alla sottoalimentazione, dal momento che a Napoli, in caso di carestia, il potere centrale avrebbe avuto cura (e preoccupazione!) di assicurare il minimo vitale. Napoli era quindi alla fine del secolo XVIII una megalopoli consumistica, in cui cresceva ogni giorno il numero di coloro che vivevano di espedienti e di piccoli servigi. Queste le radici del "lazzaronismo": la grande massa senza mezzi, senza risorse ed affamata, doveva pur alimentarsi. Sfamarla, o quanto meno semplificarle il problema dell'alimentazione, non è altro che una operazione di polizia preventiva, necessità vitale per ogni governo.

Le bancali esposte sono solo una piccola parte di quelle relative al piccolo artigianato ed al commercio al minuto nel periodo repubblicano:

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In mostra

Banco di S. Giacomo. Polizza di 67 ducati e 50 grana emessa, nel gennaio 1799, da Giuseppe Mangani a favore dei signori Gaetano e Gabriele Stendardo per una fornitura di legna inviata in Ventotene nell'ottobre del 1798.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 9 ducati emessa, nel marzo 1799, a favore del cittadino Carlo d'Adamo per una tavola di marmo.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 2 ducati emessa, il 5 marzo 1799, da Matteo Pecorella a favore di Gaetano di Finizio per un paio di calzette napolitane di colore nero.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 2 ducati e 50 grana emessa, il 12 aprile 1799, da Pasquale De Negro a favore del cittadino Mariano De Vivo per una fornitura di zucchero.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 69 ducati e 25 grana emessa, nel febbraio 1799, da Giovanni Dionisio a favore del cittadino Giovanni Lisa per diverse cinture elastiche per calzoni e altri simili ligacci venduti ad Antonio Dionisio.

Banco di S. Giacomo. Fede di credito di 100 ducati rilasciata in Napoli, il 2 gennaio 1799, a Francesco Costanzo e girata al cittadino Vincenzo Balsamo. Questi, l'11 giugno 1799, la gira sul verso al cittadino Tomaso Mastellone a saldo di 130 ducati di cui era debitore al tempo in cui amministrava il posto di fiore e farine alla Carità per conto del Mastellone.

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Il popolo napoletano (piccoli artigiani, venditori e lazzari) vide nel corso dei 144 giorni peggiorare progressivamente le condizioni di lavoro e di vita. La corte, con le sue spese di lusso, aveva seguito il Re, il contante non circolava, il blocco navale impediva gli approvvigionamenti alimentari per via mare, quelli via terra erano resi difficili dall'accerchiamento degli insorgenti e della Santafede.

L'equazione fu abbastanza elementare: Repubblica = fame e carestia.

Per concludere la sezione dedicata alla vita quotidiana nei giorni della Repubblica, si è fatto cenno ad alcune attività tipiche della vita cittadina.

In primo luogo il teatro:

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In mostra

Banco di S. Giacomo. Polizza di 25 ducati emessa, nel febbraio 1799, da Carlo Vanvitelli a favore dell'Impresario del Teatro Nazionale di San Carlo, cittadino Onorato Balsamo, per l'affitto della metà del palco in quarta fila numero 19, maturato con la quarta opera rappresentata a Carnevale.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 5 ducati emessa, nel febbraio 1799, dal cittadino Alessandro d'Ancora a favore dell'Impresario del Teatro Nuovo sopra Toledo e a saldo dell'affitto della sedia numero 12 di prima fila in platea per la stagione teatrale terminata a Carnevale del 1799. I 5 ducati restano vincolati in Banco a disposizione del cittadino Pompejo Noja Presidente dei Spettacoli e Teatri.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 125 ducati emessa, il 1° germile(21 marzo) 1799, dal Consiglio di Amministrazione dell'ex Reggimento del Corpo Reale a favore dell'Impresario del Teatro de' Fiorentini, cittadino Nicola Ricciardi, per l'affitto dei due palchi in prima fila numero 11 e 12 per gli Ufficiali dell'ex Corpo di Artiglieria, maturato con la rappresentazione dell'opera le Cantatrici Villane.

Banco di S. Giacomo. Fede di credito di 55 ducati rilasciata in Napoli, il 15 aprile 1799, al cittadino Francesco Maria Severini di Sechi e girata, il 19 aprile, all'Impresario del Teatro de' Fiorentini e a saldo di 110 ducati per l'affitto della metà del palco di quarta fila numero 9 per la stagione teatrale 1798. Sul verso il notaio Gaetano Mazzola certifica che il cittadino Nicola Ricciardi è impresario del Teatro de' Fiorentini.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 12 ducati emessa, nel maggio 1799, da Antonio Albani a favore del cittadino Saverio Torres e a saldo per l'anno in cui ha suonato il violino nell'orchestra del Teatro Nuovo sopra Toledo, al posto del cittadino Antonio Secanti.

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E come non accennare alla Lotteria Nazionale che prosegue la sua attività fino alla vigilia della disfatta repubblicana!

O all'attività di incisori, come Gennaro Bartoli allievo di Hackert; librai, come Gaetano Vinaccia (che vende ad un notaio "l'Opera di Brunnemanni" in 4 tomi) e Angelo Trani (con la sua piccola bottega a San Ferdinando per uso di 'carteria e libreria'); stampatori come Aniello Nobile:

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In mostra nella bacheca centrale

Banco di S. Giacomo. Dispaccio del Comitato di Finanze del Governo Provvisorio della Repubblica Napoletana inviato, il 21 piovoso (9 febbraio) 1799, ai Governatori del Banco perché rilascino alla Repubblica Napoletana una fede di credito di 206.476 ducati del denaro già in testa al cittadino Saverio Simonetti, conto del nuovo Lotto di Napoli, dispersosi col tumulto popolare.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 240 ducati emessa, nel piovoso (gennaio-febbraio) 1799, dal cittadino Giuseppe Amatruda a favore del ministro Presidente della Camera dei Conti Nazionali, cittadino Ippolito Porcinari, e del ministro Sovrintendente, cittadino Giulio Palomba, per l'appalto di 6 anni del Posto della Lotteria Nazionale rilevata dal fu cittadino Francesco Mantile con contratto del 3 marzo 1792 del notaio cittadino Candeloro Langella.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 22 ducati emessa, nell'aprile 1799, dal cittadino Ascanio Parisani a favore del cittadino Gennaro Imparato per l'importo del gioco del lotto fatto nel suo botteghino.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 7754 ducati emessa il 23 pratile (11 giugno) 1799, dal ministro delle Finanze, Luigi Macedonio, a favore del soprintendente dei Lotti Nazionali, cittadino Pietro Clausi, per far fronte alle vincite dei giocatori estratti il 20 pratile.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 7 ducati e 50 grana emessa, nel marzo 1799, dall'intendente dell'Azienda Allodiale, cittadino Domenico Di Gennaro Cantalupo, a favore del cittadino Gennaro Bartoli, incisore ed allievo del cittadino Giorgio Hackert per il suo mensile di marzo.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 4 ducati emessa, nel marzo 1799, dal cittadino notaio Nicola Mancini a favore del cittadino Gaetano Vinaccia per "l'Opera di Brunnemanni" in 4 tomi vendutagli.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 75 ducati emessa, il 14 aprile 1799, da Giuseppe Logoteta, Presidente del Comitato di Legislazione a favore del cittadino Angelo Trani per carta, penne e altri generi simili forniti al Comitato.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 36 ducati e 66 grana emessa, l'8 maggio 1799, da Angelo Trani a favore dell'Ospedale di San Giacomo degli Spagnoli per il pigione di una piccola bottega, delle case eredità Zapatta, a San Ferdinando, angolo Palazzo Vecchio, per uso di 'carteria e libreria'. Sul verso, nel giugno 1799, vi è la girata della Casa ed Ospedale di San Giacomo conto di Zapatta al cassiere maggiore del Banco, cittadino Domenico Marino.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 53 ducati e 20 grana emessa, il 1° pratile (20 maggio) 1799, dal Presidente e Amministratori del Dipartimento del Vesuvio a favore dello stampatore cittadino Aniello Nobile per la stampa di diverse carte per uso del Dipartimento, secondo la nota del Direttore cittadino Gaetano Carcani, compreso 15 ducati e 20 grana per l'aggio al 70 per cento.

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"…Il patriottismo sulle labbra di una donna

ha qualche cosa che seduce ed incanta…"

Sulle donne della Rivoluzione Napoletana un recente volume offre al contempo una narrazione partecipe ed incalzante degli avvenimenti ed una rassegna di ritratti, vivaci e informatissimi, da Eleonora Fonseca Pimentel -la più nota delle "donne di testa", le intellettuali vestite da uomo e con i capelli tagliati "alla Bruta" - fino alle tre sconosciute donne in uniforme repubblicana, morte a giugno nel forte di Vigliena.

Per completare, se pur sul versante realista, la partecipazione femminile agli avvenimenti del 1799 non si può non far cenno alla regina Maria Carolina, " la furia d'Averno che allumò la nera torcia della guerra ", l'Asburgo giunta quindicenne alla corte di Napoli con la raccomandazione della madre, Maria Teresa, di restare austriaca "per le cose che contassero, fingendosi napoletana in tutto ciò che non avesse importanza. Molto si è scritto sulla sua avversione al partito ispanofilo, sui suoi rapporti con John Acton, sulla sua amicizia con Emma Hamilton. Certo il suo furore reazionario - per la morte della sorella minore Maria Antonietta, regina di Francia, - si accrebbe dopo la fuga a Palermo, dove non si limitò a nutrire propositi di vendetta contro la "nazione vile, corrotta ed egoista", ma attivamente si adoperò ad assoldare capi briganti, promuovendoli al rango di sostenitori della causa reale: Michele Pezza (detto Fra Diavolo), Sciarpa nel Cilento, Pronio negli Abruzzi, i fratelli Mammone nella zona di Sora. Sono grandissime le responsabilità di Maria Carolina nelle le stragi di stato seguite alla riconquista del regno, nel "ripurgo di più migliaia di persone"; non è certo possibile assolvere la sua totale assenza di pietà, ma essa fu in parte determinata dalla convinzione che la monarchia esisteva per diritto divino, che gli stati appartenevano ai monarchi, che non esistevano cittadini ma solo sudditi, da punire senza scampo quando attentavano ai diritti dei sovrani. Maria Carolina è il frutto dell'assolutismo regio, ed i suoi limiti furono quelli di una intera generazione di sovrani "incapaci di vivere il loro tempo e cogliere le nuove idee, che parlavano di diritti del popolo, di libertà ed eguaglianza

Ed è proprio alla penna di Maria Carolina, nelle lettere a lady Hamilton, che dobbiamo una testimonianza della rivoluzione attiva al femminile, dell'esistenza di "ribelli dei due sessi": "Lo stesso trattamento dei giacobini infami dovrà essere riservato alle donne compromesse con la rivoluzione e tutto questo senza pietà".

Le "patriotte", con la sola eccezione del ruolo rivestito dalla Pimentel, son rimaste al di là della linea d'ombra, poco note o perfettamente sconosciute; pur tuttavia esse furono attive sin dalla fase delle prime congiure, negli anni 1793-94. Nessuna donna riuscì ad attingere alla rappresentanza ed alla partecipazione politica, ma non per questo - fossero esse aristocratiche, borghesi o popolane - le donne restarono estranee agli sconvolgimenti del 1799.

Le fonti per la storia delle repubblicane sono scarsissime: i giornali, eccezion fatta per la Pimentel, tacciono, o ne parlano solo in casi eclatanti, come per il ruolo della Sanfelice nel fallimento della cospirazione dei Baccher. Solo i diaristi, soprattutto quelli d'Oltralpe, offrono qualche brandello di informazione.

Il contributo femminile alla rivoluzione non fu marginale, eppure "libertà, eguaglianza, fraternità restano sostantivi di genere femminile solo nei dizionari: il ruolo delle donne nella breve parabola della Repubblica Napoletana è misconosciuto. La repressione realista, attraverso la Giunta di Stato riunita nel convento di Monteoliveto, ci ha lasciato elenchi di "rei di stato" tra cui donne condannate alla forca, alla mannaia, all'esilio, al carcere, alla penitenza in monastero. Il dolore delle donne della rivoluzione durò per anni: oltre cento seguirono i congiunti in esilio, altre persero tutti i loro patrimoni, qualcuna non resse al dolore e preferì suicidarsi. Ma tutto questo dolore non fu senza frutto: esso costituì la base per un più generale cambiamento dei costumi e dei comportamenti e delle donne e degli uomini, come testimoniano i mutamenti legislativi in materia successoria e matrimoniale, portati poi a compimento durante il decennio: "Iniziava all'interno dell'eguaglianza giuridica, la storia di nuovi rapporti tra uomini e donne, fatta di lotte individuali e collettive, di conquiste e di arretramenti; quelli che ancora oggi proviamo a costruire.

La documentazione bancaria ci fornisce abbondanti tracce della vita delle donne nel corso del semestre: dalla 'maestra dei matti' che si prende cura dell'orfana 'fatua' di un bancario, alla ex principessa Maria Antonia Spinelli, ai sussidi alle vedove. Delle tantissime polizze, probabilmente relative a sussidi, emesse a favore di donne se ne espongono solo alcune, tra cui particolarmente interessante è quella emessa a favore a Francesca Alcubierre, figlia del generale spagnolo Filippo e seconda moglie del capitano Francesco Bonocore, strenuo difensore del castello di Ischia dagli assalti degli inglesi e per questo impiccato. La Alcubierre sfuggì alla pena capitale perché incinta, ma fu condannata a 10 anni nel carcere della Vicaria, dove le nacque morta una bambina:

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In mostra

Banco di S. Giacomo. Polizza di 7 ducati 3 tarì e 6 grana emessa, nel gennaio 1799, dai Governatori del Banco a favore di Angela Bonaventura per gli alimenti all'orfana dell'ufficiale del Banco Francesco Baldino che, essendo "fatua", vive con la detta Angela 'maestra de' matti'.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 16 ducati e 66 grana emessa, nel febbraio 1799, dalla cittadina Maria Antonia Spinelli a favore della figlia Maria Rosa in conto della rendita annuale di 200 ducati assegnatale per le sue spese particolari e private.

Banco di S. Giacomo. Fede di credito di 60 ducati rilasciata, il 15 maggio 1799, a Prosdocimo Rotondo e girata, il 16 maggio, alla cittadina Maria Antonia Spinelli a saldo di 140 ducati per due pigioni della casa locata al Rotondo, detratti 80 ducati per le spese di riattazione secondo la misura ed apprezzo dell'ingegnere cittadino Francesco Cappelli.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 5 ducati 4 tarì e 3 grana emessa, nel febbraio 1799, da Vincenzo Milano a favore della cittadina Margarita Marinelli per il pigione dell'appartamento alla strada di Nardones locatogli a 70 ducati l'anno.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 3 ducati emessa, nel marzo 1799, da Emanuele di Montemajor a favore della cittadina Maria Antonia Burgada in conto del sussidio mensile che le da il Monte di Villalobos.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 12 ducati e 50 grana emessa, il 13 pratile (1° giugno), da Antonio Piatti, Commissario della Tesoreria Nazionale a favore della cittadina Mariantonia Daronne, vedova di Gaetano Benedetti, guardamagazzino di Gallipoli, a compimento del mensile spettante al defunto marito per 25 giorni del passato fiorile.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 11 ducati 2 tarì e 4 grana emessa, nel giugno 1799, da Giovanni Prisco a favore della cittadina Carlotta Cuzzolini vedova del capitano di fregata Leopoldo de Cesa. Il notaio Pasquale Cauccio certifica lo stato vedovile della Cuzzolini.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 12 ducati e 47 grana, il 18 febbraio 1799 (vecchio stile), dal Tesoriere Michele Maresca alla cittadina Rosolia Widman.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 9 ducati e 97 grana, nel marzo 1799, dal Tesoriere Michele Maresca a favore della cittadina Annamaria Buonocore, e per essa al procuratore Carlo Cadolino.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 4 ducati e 48 grana emessa, nel fiorile (aprile-maggio) 1799, dal Tesoriere Michele Maresca a favore della cittadina Eleonora Albanese.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 10 ducati e 20 grana emessa, nel fiorile (aprile-maggio) 1799, dal Tesoriere Michele Maresca a favore della cittadina Teresa Macdonald.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 16 ducati e 12 grana emessa, nel fiorile (aprile-maggio) 1799, dal Tesoriere Michele Maresca a favore della cittadina Francesca Alcubierre.

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"…Noi dobbiamo apprendere la grand'arte di formare

il popolo democratico dagli astutissimi preti passati…"

Secondo l'opinione dei patrioti, la Chiesa e l'ancien régime erano riusciti ad inculcare negli spiriti i pregiudizi ed il fanatismo ricorrendo "alla truffa" ed alla manipolazione particolarmente abile delle parole, dei segni, delle cerimonie ed alla costruzione dell'universo simbolico che le circondava. Da qui l'idea di combattere la battaglia contro i pregiudizi ed il fanatismo sul medesimo terreno dell'immaginazione, della mentalità, dei sentimenti. La nuova classe di dirigenti repubblicani comprese quanto fosse opportuno utilizzare la straordinaria carica di persuasione posseduta dal clero e cercò di mobilitarlo in proprio favore: a Napoli, fin dai primi giorni di gennaio la Fonseca Pimentel aveva invitato gli stessi ecclesiastici, "i quali han già la pratica della persuasiva popolare", ad impegnarsi nell'opera di propaganda.

Questo desiderio di utilizzare la religione ed i ministri del culti come strumenti di propaganda, testimonia la comprensione del presente che è propria della nuova classe dirigente: la chiesa infatti era, nel mezzogiorno della fine del settecento, certamente l'unica struttura capillarmente radicata nella società civile.

Dal più sperduto parroco di campagna, al prete nuovo istruito in seminario, tutti i sacerdoti avevano una grande influenza sulle masse popolari, particolarmente permeabile alle loro argomentazioni; i nuovi ceti dirigenti si rivolsero quindi agli "operai della vigna del Signore", a quegli stessi pastori ecclesiastici che, nel decennio 1989-1799, dall'alto dei pulpiti avevano dipinto con i più neri colori l'avanzata delle armi francesi, insinuando la convinzione che i giacobini fossero sovvertitori della religione, 'violatori' della proprietà e delle donne. Si trattava di utilizzare la scaltrita capacità propagandistica, che le gerarchie ecclesiastiche avevano raffinato in secoli di esercizio, per suscitare sentimenti di obbedienza, di fedeltà e di subordinazione nei confronti del nuovo regime.

E non fu senza esito: tra i caduti di piazza Mercato 13 ecclesiastici, tra di loro un vescovo e sei professori dell'Università; decine di ecclesiastici o ex ecclesiastici tra i rei di stato colpiti da confisca o da esilio. Lo testimonia lo stesso canto sanfedista sull'aria della Carmagnola, celebre canzone rivoluzionaria " Signò, mpennimmo chi t'ha traduto / Prievete, muonace e cavaliere!"

Ma il tentativo di coniugare principi rivoluzionari e principi religiosi non aveva scalfito minimamente il sospetto popolare nei confronti di francesi e giacobini, alimentato da una propaganda realista sapientemente orchestrata e dotata di una capacità di comunicazione e convinzione difficilmente eguagliabile.

L'insorgenza, è storia nota, assunse fin dall'inizio coloriture accesamente religiose, di guerra santa, soprattutto ad opera dei numerosi preti e frati che si misero alla testa degli insorti. Nel '99 la chiesa raccolse i frutti del sapiente mutamento di rotta attuato a partire dalla Controriforma: con il Concilio di Trento il centro dell'impegno della gerarchia ecclesiastica si era spostato dalle città alle campagne. La sollecitudine verso i "rozzi", la divulgazione di una pietà facile ed esteriore, il fasto delle processioni, la commozione delle prediche, erano tutti elementi destinati a sedimentarsi in maniera massiccia nella sensibilità popolare: cominciò da allora quell'intreccio di fame e di fede che assumerà forme ampie e tragiche alla fine del XVIII secolo.

L'odio di classe del "popolo basso" contro i giacobini "nemici della religione", manovrato dalla reazione cattolica con una impressionante proliferazione di miracoli mariani, mostrò con la Santa Fede quali profonde radici avesse la chiesa nella società civile. Il successo dell'impresa fu tanto grande che a 70 anni di distanza, nel 1870, i cattolici intransigenti sotto il trauma della fine del potere temporale, cercarono di ricreare un nuovo '99, dando grande pubblicità alle apparizioni della Vergine, divulgando attese apocalittiche per mezzo di profezie diffuse da personaggi influenti come Don Bosco. Ma l'esperimento non ebbe seguito anche perché il rapporto tra Chiesa e società nel corso dell' '800 era cambiato: il dio corrucciato del vecchio Testamento ed i suoi santi guerrieri cedevano il posto al "Cristo zuccheroso ed effeminato delle immaginette sacre (uno strumento di propaganda tutto da studiare).

La sezione espositiva dedicata al clero si apre con la supplica indirizzata al generale Championnet dai "cittadini religiosi" di S. Domenico Maggiore; nel documento la comunità monastica sembra aderire pienamente agli ideali rivoluzionari con una prosa aulica ed ossequiosa, colorita ancor più dalla necessità di sfuggire al balzello:

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In mostra

Banco del Salvatore. Archivio patrimoniale. Supplica dei Padri di S. Domenico Maggiore al generale Championnet, in data 19 piovoso (7 febbraio) 1799, per essere esentati dal pagamento di un tributo.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 2 ducati emessa, nel febbraio 1799, da Antonio Viola a favore del cittadino Sacerdote Paolo Postiglione per 5 mesate di lezioni di leggere che dà a un suo figlio.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 16 ducati e 66 grana emessa, l'8 febbraio 1799, da Carlo Scaramella a favore dei cittadini Padri Teatini di Santa Maria degli Angeli a Pizzofalcone per il pigione di una bottega affittatagli con passetto, cucina, camera superiore e balcone a fronte strada fuori la demolita porta di Chiaia, dirimpetto la Chiesa di S. Caterina.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 90 ducati emessa, nel marzo 1799, dai Cittadini Governatori del Conservatorio della Pietà dei Turchini e Amministratori della Cappella di S. Anna a favore del sagrestano cittadino Giuseppe Perciante per farli distribuire ai cittadini Sacerdoti come elemosina, in ragione di 6 ducati al mese ciascuno, per le Messe celebrate nel mese di marzo secondo la disposizione testamentaria del consigliere Francesco Rocco fondatore della Cappella.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 1 ducato e 60 grana emessa, il 7 marzo 1799, da Andrea Colnago a favore del cittadino Pietro Travetta per la solita regalia di Pasqua da parte della Nazionale Accademia Militare.

Banco di S. Giacomo. Polizza di 17 ducati emessa, nel marzo 1799, dal cittadino Governatore del Monastero di San Francesco de Scarioni, Nicola Macedonio, a favore della Badessa, cittadina Suor Maria Isabella Franchi, per quante palme dovrà distribuire nella Domenica delle Palme.

Banco di S. Giacomo. Fede di credito di 36 ducati 1 tarì e 8 grana rilasciata, l'8 aprile 1799, al Nazional Monastero di Regina Coeli e girata, sul verso, dalla cittadina Abbadessa Vincenza Guindazzi al cittadino Antonio Ferraro cassiere del Banco del Popolo.

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"…noi saremo l'esecrazione o la tenerezza di tutta la posterità;

saremo ai suoi occhi gli infami dei secoli o i più grandi eroi…"

L'ultima sezione espositiva è stata naturalmente dedicata all'epilogo. Oltre ai provvedimenti relativi alla riorganizzazione dello stato monarchico, tutti volti a cancellare anche il ricordo della "passata anarchia" togliendo ad esempio dalla circolazione "la moneta coniata dai ribelli", il nucleo di documenti più interessanti è quello relativo ai rei di Stato.

La Giunta di Stato istituita il 15 giugno, alla data del 7 settembre aveva in corso 8.000 processi. Sempre in quella data un dispaccio regio prescrisse una classificazione in tre gruppi dei rei di stato, secondo la gravità dei crimini commessi, con pene che spaziavano dalla condanna capitale al sequestro dei beni.

Proprio in relazione al sequestro di contanti e di bancali ai sottoposti a processo, sono reperibili elenchi di indagati, documenti confezionati in modo diverso e di diverso spessore, ma tutti di estremo interesse.

Al di là della fredda elencazione burocratica, provoca ancora emozione leggere i nomi dei patrioti prigionieri a Castel Nuovo che vengono spogliati, con contabilità certosina, di ogni avere, precisamente registrato nella rispettiva colonna: contanti, orologi, fibbie di scarpe, fedi di credito, polizze, generi diversi e monete straniere.

Così come non si può non provare pena per i prigionieri ai Granili, al Ponte della Maddalena, che "affetti da febbre maligna", sono stati trasferiti nell'ospedale di San Francesco di Paola fuori Porta Capuana, ad evitare "sinistre conseguenze in tutta la città".

Ed ancora un anno dopo, nel giugno del 1800, commuove lo strazio di una madre; Maria Tenore, chiede la restituzione dei contanti trovati indosso ai suoi figli, Michele e Annibale Giordano, rei di Stato a suo tempo rinchiusi in Castelnuovo.

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In mostra

Banco di S. Giacomo. Archivio patrimoniale. Sovrana risoluzione di togliere dal commercio tutta la monetazione emessa durante la passata Repubblica Napoletana.

Banco della Pietà. Archivio patrimoniale. Nota compilata in data anteriore al 25 settembre 1799 dei rei di Stato obbligati a partire, condannati a sequestro, confisca o altro.

Banco di S. Giacomo. Archivio patrimoniale. Disposizione pervenuta, il 16 novembre 1799, al Banco di San Giacomo dalla Giunta di Stato, di rimettere alla detta Amministrazione gli effetti depositati presso il Banco medesimo di 38 rei di Stato, di cui si acclude l'elenco.

Banco dei Poveri. Archivio patrimoniale. Comunicazione della disposizione del Direttore di Polizia, Antonio della Rossa, del trasferimento dei rei di Stato, rinchiusi ai Granili al Ponte della Maddalena, affetti da febbre maligna, nell'ospedale di San Francesco di Paola fuori Porta Capuana.

Banco di S. Giacomo. Dispaccio del 27 giugno 1800. Invito al Segretario del Banco a verificare sollecitamente le partite esistenti per provvedere alla restituzione in favore di Maria Tenore dei contanti trovati indosso ai suoi figli, Michele e Annibale Giordano, rei di Stato a suo tempo rinchiusi in Castelnuovo.

In mostra nella bacheca verticale

Banco di S. Giacomo. Archivio patrimoniale. Nota dei rei di Stato detenuti nel Real Castel Nuovo e dei loro effetti sequestrati.

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NOTE: 1)M.Ingrosso, Atti della presentazione del volume Gli archivi delle aziende di credito e della mostra documentale "Il contributo dell'Istituto bancario allo sviluppo di una cultura di impresa a Napoli e nel Mezzogiorno. Documenti 1789-1935" in Istituto Banco di Napoli, Quaderni dell'Archivio Storico, Napoli 1998, pp.223-231.

2)Ibidem

3)E' stato avviato, con un finanziamento della Regione Campania, un progetto di ricerca per la preparazione di un repertorio di fonti inedite del 1799 in Campania, che vede protagonisti giovani ricercatori coordinati dalla Soprintendenza archivistica. Le fonti oggetto di indagine, oltre quella dell'Archivio Storico del Banco di Napoli, saranno prevalentemente comunali, ecclesiastiche e private.

4)A.Lancia, I Banchi di Napoli e la Repubblica Napoletana, in Istituto Banco di Napoli, Quaderni dell'Archivio Storico, Napoli 1998, pp.107-121.

5)Contro il valore circolante di fedi di credito per 35 milioni di ducati ben 28 milioni erano a vuoto cfr. A.Lancia, I Banchi cit. p.110.

6)D.Sacchinelli, Memorie storiche sulla vita del Cardinal Fabrizio Ruffo. Napoli, Cataneo, 1836.

7)Sulla situazione dei banchi cfr. R.Filangieri di Candida, I Banchi di Napoli dalle origini alla costituzione del banco delle Due Sicilie (1539-1808). Napoli 1940; F. Nicolini, I banchi pubblici napoletani ed i loro archivi. Napoli 1950; C. Albanese, Cronache di una Rivoluzione. Napoli 1799. Milano, FrancoAngeli, 1998, pp. 27-29.

8)B. Maresca, Memoria sugli avvenimenti di Napoli nell'anno 1799 scritta da Amedeo Ricciardi napoletano, in <<Archivio Storico per le Provincie Napoletane>>, XIII, 1888, pp.55-56.

9)A.M.Rao, La Repubblica napoletana del 1799. Roma, Newton & Compton editori, 1997.

10)S. Pistoia, Lettera Istorica di quanto è avvenuto nella trascorsa rivoluzione in M.Battaglini, Atti, leggi, proclami ed altre carte della Repubblica Napoletana 1798-1799, v.III. Chiaravalle, Società Editrice Meridionale, 1983, pp.1543-49

11)Placanica -D. Galdi, Libri e manoscritti di Giuseppe Maria Galanti. Il fondo di Santa Croce del Sannio. Lancusi (SA), Edizioni Gutemberg, 1998, p.30.

12)Rizzi Zannoni (Padova 1736-Napoli 1814) fu geografo e cartografo, anima dell'Officio Topografico del Napoletano per il quale pubblicò magnifiche cart.

13)A.M.Rao, La Repubblica cit., p.25.

14)Un'agile biografia è stata recentemente curata da M.Battaglini, Francesco Caracciolo.La misteriosa tragica avventura del grande ammiraglio di Napoli. Napoli, Generoso Procaccini editore, 1997.

15)Lo svizzero Wirtz, cessati i suoi impegni con il re, era passato volontario nell'esercito della repubblica; fu comandante di due legioni, poi divenne generale. Difese la Repubblica nell'ultima battaglia alle porte della città, tra il porto del Granatello ed il fortino di Vigliena; colpito mortalmente e trasportato a Castel Nuovo vi trovò la morte.

16)Un'interessante ricostruzione delle vicende dell'accademia della Nunziatella nel decennio 1789-1799 è stata recentemente curata da C.Azan, Per il re, contro il re: la ribellione della Nunziatella nel 1799, in Napoli: i Protagonisti del 1799. Napoli, Esselibri, 1998

17)Il Monte e Banco della Pietà (fondato nel 1539); il Sacro Monte e Banco dei Poveri (fondato nel 1563); il Banco di S. Maria del Popolo (fondato nel 1589); il Banco dello Spirito Santo (fondato nel 1590); il Banco di S. Eligio (fondato nel 1592); il Banco di S. Giacomo e Vittoria (fondato nel 1597); il Banco del SS. Salvatore (fondato nel 1640). Era scomparso, invece, nel 1702 il Banco dell’Ave Gratia Plena o Annunziata di Napoli

18)Albanese, Cronache di una Rivoluzione cit., pp.27-29

19)Giuseppe di Lorenzo (de Lorenzo, 1778-1822), impiegato del Banco del Salvatore, fu caporale della Guardia Nazionale e successivamente segretario della legione denominata "Colle Giannone". Caduta la Repubblica, condannato a dieci anni di esilio, riparò in Francia, a Tolone. Tornò a Napoli nel 1801 e solo nel 1806 riprese il suo posto di bancario al Banco del Salvatore; nel 1822, poco prima di morire, fu nominato consigliere supplente della Gran Corte dei Conti.

20)Lettera di Maria Carolina al cardinale Ruffo (8 maggio 1799) in B.Croce, La riconquista del regno di Napoli nel 1799. Bari, Laterza, 1943.

21)Si segnalano tra i titoli più recenti M. Battaglini, Eleonora Fonseca Pimentel. Il fascino di una donna impegnata tra letteratura e rivoluzione. Napoli, Generoso Procaccini editore, 1997 e P. Gargano, Eleonora e le altre. Le donne delle rivoluzione napoletana. Napoli, Magmata, 1999

22)L. Volpicella, L'anarchia popolare in Napoli nel gennaio 1799 raccontata da Domenico Puccini.

23)Lo svizzero Luigi Vallin, con il socio Pietro Maranda, ebbe in affitto nel 1802 dal re tutte le fasi per la lavorazione della seta a San Leucio (ad eccezione della trattura). Nel Decennio francese fu uno dei maggiori imprenditori attivi nell'ambito dei cotonifici.

24)E' merito di P. Macry ( Mercato e società nel Regno di Napoli. Napoli, 1974) aver messo pienamente in luce le valenze economiche e politiche della commercializzazione del grano attraverso il contratto e quindi il prezzo "alla voce", sottolineandone il carattere di lente privilegiata di lettura del complesso rapporto capitale -provincie. Il fatto che ad esso siano interessati grandi gestori agricoli, grossi mercanti, baronaggio, autorità annonarie napoletane e provinciali, rende il prezzo "alla voce" realmente politico

25)Gli assentisti, talvolta amministratori regi ma più spesso privati appaltatori, curavano il vettovagliamento dell'esercito e della marina reale, ed il rifornimento delle razioni di pane destinate ai carcerati.

26)Per gli effetti della "grascia" sulle esili finanze statali cfr. R.Romano, Napoli: dal Viceregno al Regno. Torino, 1976.

27)Duca di Laurenzana, principe di Piedimonte.

28)Per una esauriente rassegna, anche se riferita ad un periodo successivo, cfr. U. Mendia, Indice onomastico della clientela degli antichi banchi pubblici napoletani durante il Decennio francese (1806-1815) dai documenti dell'archivio storico del Banco di Napoli. 1991 (dattiloscritto)

29)P. Gargano, Eleonora e le altre. Le donne delle rivoluzione napoletana. Napoli, Magmata, 1999

30)G. Carleo, Un'austriaca alla corte di Napoli: ritratto di Maria Carolina d'Asburgo in Napoli: i protagonisti del 1799. Napoli, Esselibri-Simone, 1998

31)G. Carleo, Un'austriaca cit., p.24.

32)P. Gargano, Eleonora e le altre cit., p.9.

33)A.M.Rao citata in P. Gargano, Eleonora e le altre cit., pp.48-49

34)La Spinelli fu patriota così fervente da ordinare al suo agente Antonio Barbieri di istituire la Repubblica nei sui possedimenti calabresi di Tarsia e di Cirò.

35)Gizburg, Folklore, magia, religione in Storia d'Italia. Torino, Einaudi.

36)Come puntualmente avvenne, cfr. Banco del Salvatore. Archivio patrimoniale, m.atr.38.

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