gerarchia
titolo:Archivio storico e di deposito della Provincia di Caserta;
scopecontent:
Il fondo archivistico dell'ente provinciale, nella sede di Corso Trieste, ha una datazione complessiva che va dal 1950 al 2010. In relazione alla cronologia della documentazione analizzata va riportato che si è riscontrata una significativa lacuna relativa alla storia più antica dell'ente, istituito nel 1945. Di fatti, pochissime sono le carte riferibili all'epoca dell'istituzione e al successivo decennio. Sebbene sia presente materiale documentario dagli inizi degli anni 50, di natura prevalentemente deliberativa, in realtà esso si incrementa solo a partire dagli anni '60 per arrivare fino al 2010.
La documentazione archivistica già trasferita presso l'Archivio di Stato di Caserta in Palazzo Reale, di natura principalmente contabile e giuridico-amministrativa, ha invece una datazione più antica riferibile agli anni dell'istituzione della Provincia nel 1945; una parte significativa di questo versamento copre anche la vita dell'ente anteriormente alla soppressione di età fascista del 1927, quando la città di Caserta era capoluogo della Provincia di Terra di Lavoro. La datazione complessiva di questo nucleo documentario va dal 1911 al 1985.
Il materiale archivistico di Corso Trieste, oggetto dell'intervento di riordinamento del 2018, è stato stimato in circa 600 metri lineari di consistenza, per un totale di 4629 unità conservative di diverse tipologie (buste, registri, filze e scatole), cui aggiungere le circa 1114 unità trasferite all'Archivio di Stato di Caserta.
Per i motivi di cui si dirà, non avendo potuto riconoscere alcun tipo di ordinamento originario all'interno dell'archivio, né cronologico, né tipologico, si è proceduti ad attribuire una struttura logica al fondo archivistico oggetto del nostro studio, riconoscendo gli enti o ambiti ed uffici amministrativi che hanno prodotto la documentazione. Le serie archivistiche, quali sono state individuate, si pongono pertanto come visibile raffigurazione delle attività e funzioni svolte dall'ente produttore, attraverso tali ambiti ed uffici, prima all'interno dell'ente stesso, quali prassi necessarie al mantenimento in vita dell'ente, poi verso l'esterno e il territorio, nello svolgimento della propria funzione istituzionale.
Nel primo caso si tratta di documentazione prodotta dagli organi statutari della Provincia, soprattutto deliberazioni; ma anche la documentazione relativa al personale dipendente, riferibili in ambo i casi a funzioni che l'ente svolge "in sé" e "per sé". Nel secondo caso, invece, si tratta della documentazione rappresentativa delle funzioni che l'ente svolge nel territorio in cui è inserito, nel rispetto del ruolo istituzionale che riveste. Pur nella considerazione che tali funzioni siano nello specifico cambiate nel corso del tempo, a seguito delle variazioni intervenute nei riferimenti normativi, resta che esse si connotino principalmente come servizi sanitari, assistenziali e occupazionali resi alla persona; servizi e attività per la tutela e salvaguardia dell'ambiente e per lo sviluppo e la valorizzazione del territorio. Una parte di questo materiale archivistico è costituita da documentazione ascrivibile ad altri enti produttori. In realtà, si tratta di produzione documentaria di Consorzi territoriali partecipati dall'Ente Provinciale. In ragione della non significativa consistenza, detto materiale non costituisce un fondo separato, come la prassi archivistica richiederebbe. Piuttosto si è dato peso al ruolo che la Provincia di Caserta ha svolto in tali Consorzi, valutando la documentazione ugualmente come rappresentativa delle funzioni che l'ente provinciale svolge sul territorio.;
storia bibliografica:
L'Archivio della Provincia di Caserta nasce con l'istituzione dell'ente nel 1945, in ottemperanza al decreto luogotenenziale del governo Bonomi n° 373 dell'11 giugno. Esso ha sempre avuto sede presso lo stesso storico palazzo dell'Amministrazione Provinciale, finché nel gennaio del 2017, per ragioni di mancate certificazioni di agibilità, la storica sede amministrativa viene abbandonata, conservando unicamente il suo ruolo di sede rappresentativa e sede dell'Archivio storico e di una parte di quello di deposito, mentre gli uffici e i dipendenti sono trasferiti appena fuori il centro abitato, in una area industriale dismessa oggetto di una recente riqualificazione urbana, nota come "area ex Saint Gobain".
I locali destinati ad Archivio, senza distinzione tra la sezione separata di Archivio storico e quella di deposito, sono attualmente collocati al piano terraneo del palazzo di Corso Trieste. È estremamente intuitivo, quanto probabile, che gli spazi destinati ad archivio non siano sempre stati gli stessi, dal momento che il Palazzo ha subito significative modifiche in pianta. Attualmente l'Archivio storico e di deposito consiste di cinque locali, non tutti destinati a tale funzione ab origine, ma di questi alcuni utilizzati a tale scopo solo dopo il trasferimento della sede amministrativa fuori dal centro abitato.
L'Archivio della Provincia di Caserta è stato oggetto di due recenti interventi di trasferimento e ordinamento, curati dalla competente Sovrintendenza Archivistica e Bibliografica della Campania.
Il primo intervento, operato nel corso del 2017, ha consentito il recupero di materiale documentario di fondamentale valore giuridico, finanziario e storico, curando il trasferimento, in data 24 maggio, di circa 1114 unità archivistiche dalla storica sede dell'Amministrazione Provinciale in corso Trieste 133, ai locali dell'Archivio di Stato di Caserta in Palazzo Reale. Tale intervento si focalizzava sulla messa in sicurezza, in considerazione delle vicissitudini della sede amministrativa dell'ente, appena abbandonata, di specifiche serie documentarie, le più significative delle quali così si elencano: contratti d'appalto (1911- 1971); libri contabili (1952-1985), nello specifico Libri mastri attivi-passivi-impegni di spesa e Libri Giornali attivi-passivi-delle reversali; Registri delle delibere originali di Consiglio Provinciale (1922-1978) e di Giunta Provinciale (1946-1979), rilegate in volumi; Protocolli della Corrispondenza, sia generali che delle singole partizioni, nel numero di circa 600 unità archivistiche.
Il secondo intervento, operato nel 2018, ha consentito di identificare tutto il materiale documentario conservato presso la sede di corso Trieste, nel frattempo rimasta unicamente sede di rappresentanza, ancora chiusa al pubblico e agli stessi dipendenti. L'intervento, di più ampio respiro, si prefiggeva di individuare i diversi nuclei documentari per enti/uffici produttori e, quando possibile, le articolazioni seriali della documentazione presente, onde curarne la ricondizionatura e sistemazione fisica negli spazi, in base alle ripartizioni individuate e in modo da consentirne agevolmente il riconoscimento e la gestione, in considerazione del perdurare delle criticità conservative del materiale archivistico, seguite al trasferimento della sede amministrativa. Va comunque rilevato che l'intervento non si prefiggeva uno studio analitico delle singole unità conservative, ma un'indagine sommaria e globale dell'intero fondo archivistico.
Quest'ultimo intervento ha consentito, comunque, un'indagine e un lavoro tali sulle singole unità conservative, da permettere il riconoscimento e la parziale ricostruzione del Titolario in uso presso l'Amministrazione Provinciale dal suo istituirsi, non altrimenti rintracciato o recuperato. Sembrerebbe, anzi, che presso tale Amministrazione si utilizzassero due differenti titolari: un Titolario generale, valido per la maggior parte dei settori amministrativi, e un Titolario specifico per il settore tecnico. Si è potuto, inoltre, riscontrare che entrambi i titolari in uso non siano stati modificati nel tempo o abbandonati del tutto, sebbene non utilizzati per una ordinata, chiara e costante organizzazione del materiale archivistico.
È auspicabile, a conclusione di questi interventi, che il fondo archivistico dell'Amministrazione Provinciale, già tanto lacunoso nella sua datazione più antica e originaria, sia ricomposto, onde salvaguardare l'integrità dei valori storici, giuridici, amministrativi propri di ciascun Archivio e nello specifico di questo, per il ruolo fondamentale svolto a livello territoriale dall'ente produttore.;
storia archivistica:
Quella che è da noi oggi conosciuta come Provincia di Caserta nasce con la denominazione di Provincia di Terra di Lavoro già quale articolazione amministrativa del Regno delle Due Sicilie e nel 1818, per volere di Ferdinando I di Borbone, il "capoluogo di provincia" fu spostato da Capua a Caserta. All'indomani dell'unità d'Italia la Provincia di Terra di Lavoro era una delle più vaste d'Italia, comprendeva, infatti, l'intero territorio dell'attuale provincia di Caserta, la parte meridionale dell'attuale provincia di Latina, parte dell'attuale provincia di Frosinone, tutta la parte dell'agro nolano e ancora una parte delle attuali province di Benevento, Avellino e Isernia. I centri principali della provincia erano Caserta, Aversa, Capua, San Germano (attuale Cassino), Formia, Gaeta, Sora, Isola del Liri, Fondi, Nola, Teano, Sessa Aurunca e Venafro. Facevano parte della provincia, inoltre, i comuni delle Isole Ponziane: Ponza e Ventotene.
Durante il Regno d'Italia la provincia costituì un'unità amministrativa di primo livello dello Stato Sabaudo, e venne suddivisa in 5 circondari: Caserta, Gaeta, Sora, Piedimonte di Alife e Nola. Tuttavia, sin dal 1861 ci fu una progressiva riduzione del suo territorio in favore di altre province, in particolare, vari rivolgimenti furono dovuti alla creazione ex novo della Provincia di Benevento.
Nel 1927, durante il ventennio fascista, la Terra di Lavoro fu soppressa definitivamente: la decisione del governo fu accolta con incredulità e scontento da parte della popolazione per un'unità amministrativa storica, che all'epoca era la più estesa del regno (192 Comuni, 5.258 km² di territorio e una popolazione di 868.000 abitanti). All'atto della soppressione i suoi comuni furono suddivisi tra le province di Napoli, Benevento, Roma, Campobasso e la neonata provincia di Frosinone.
Nel 1932 fu inaugurata la città di Littoria, poi ribattezzata "Latina", e resa comune della provincia di Roma nel 1933. Nel 1934 fu istituita la provincia di Littoria con capoluogo Littoria; la nuova provincia fu creata unendo l'Agro Pontino proprio con territori appartenenti alla provincia di Terra di Lavoro.
Nel 1945, infine, con decreto luogotenenziale n. 373 del 11 giugno 1945 del governo Bonomi, fu istituita la provincia di Caserta, comprendente la parte della provincia di Terra di Lavoro passata alla provincia di Napoli ad eccezione del Nolano e Acerra, oltre ad alcuni comuni della valle del Volturno precedentemente appartenuti alle province di Benevento e Campobasso.;
[xDams O.S. - ID scheda: IT-SABCAM-ST0002-000001
In: Archivio storico e di deposito della Provincia di Caserta - tipo scheda: fonds]