|
Il
comune di Vallo, che era centro florido e ricco di attività
economiche e produttive, nel 1807, con la riorganizzazione amministrativa,
su modeIlo francese, avviata da Giuseppe Bonaparte, durante il
"decennio", divenne capoluogo del circondario. Nel 1810 fu capoluogo
di uno dei quattro distretti in cui fu diviso il Principato Citra
(Salerno, Campagna, Vallo, Sala) e vi fu istituito a livello comunale
il Decurionato. Nel 1862 vi fu inaugurato il Tribunale Circondariale
e nello stesso anno, per decreto reale, assunse l'attuale denominazione
di Vallo de1la Lucania.
Questo
sviluppo a livello amministrativo vedeva contemporaneamente decadere
però la situazione economica, industriale e commerciale
di questo centro, che si omologava, per le diffuse congiunture
(eccessivo sviluppo demografico, miseria delle masse rurali, propagarsi
di malattie, etc.) alla situazione dell'intero Mezzogiorno negli
ultimi decenni dell'Ottocento.
Quindi
anche da Val1o della Lucania, che gia alla metà del secolo
aveva visto partire aalcune unità di braccianti, il movimento
migratorio si intensifica. In particolare, come si legge dalla
relazione elaborata dal Sindaco, inviata alla Prefettura il 27
geru1aio 1883 "...Prima si dirigeva tutta nell'America meridiona1e,
ma da pochi anni vanno a New York. Gli emigranti generalmente
appartengono alla classe di contadini braccianti i quali... aspirano
a miglior fortuna...(1).
Il documento
da cui è tratta questa dichiarazione, fa parte di un volume
che raccoglie carte relative all'emigrazione che comprendono gli
anni dal 1878 al 1905, che fa parte, grazie al particolare prestito
del Comune, del materiale documentario originale, esposto in questa
Mostra.
Dall'inchiesta
agraria del Senatore De Siervo, Commissario per la III Circoscrizione,
pubblicata a Roma nel 1882, si legge che nei circondari di Campagna,
Sala e Vallo della Lucania, masse di contadini e anche piccoli
proprietari, per la crisi verificatasi, "hanno venduto la casuccia,
il poderetto, le masserizie, ed hanno preso la strada del volontario
esilio".
Contro
l'idea diffusa, chissà quanto in buona fede, presso i proprietari
agrari che l'emigrazione fosse dovuta a spirito d'avventura, desiderio
"irrequieto" di far fortuna (come riteneva il grande proprietario
lucano Ascanio Branca nella sua Inchiesta agraria del 1883)
appare evidente dalla lettura dei docunenti raccolti nel volune
indicato le misere condizioni, il trattamento bestiale cui venivano
sottoposti durante tutto il loro viaggio di speranza. Viaggio,
che peraltro per non pochi emigranti che venivano respinti dai
porti degli Stati Uniti, rappresentava anche un sogno distrutto.
Maria
Antonietta Taglialatela - Soprintendenza Archivistica per la Campania
Nota
1 - Volume
85, relazioni del Sindaco, pag 41.
Home
- Catalogo
della mostra
Vai agli
interventi di: G. Raimondi - M.R.
de Divitiis - M. Sessa - A.
Spinelli - M.A. Taglialatela
|
|